Una delle prerogative dell’ordinamento costituzionale della Nostra Repubblica prevede, anzi auspica ferventemente, la salvaguardia del patrimonio culturale della Nazione quale testimonianza della collettività. Con l’entrata in vigore del Codice Urbani per beni culturali non si intendono le sole testimonianze materiali, quali beni mobili ed immobili, ma anche tutte le attestazioni immateriali: i beni demo-etno-antropologici, identicamente alla conservazione dei beni culturali tradizionalmente intesi, sentono il bisogno di essere triplicemente indagati: studiarne le ragioni, preservarne l’integrità contro qualsivoglia spinta relativistica e valorizzarne l’identità mediante opportune campagne di promozione ad ampio raggio fruitivo. La nostra città, fregiata del patrimonio confraternale, vanta su territorio regionale un monumentale esempio di cultualità quaresimale: fenomeni di ritualità, scanditi nel corso delle settimane dei Misteri, richiamano slanci fideistici e devozionali, importati dalla Spagna controriformata in età viceregia. Espressioni di fede intime e spettacolari, orazioni per preghiere e suoni, compositori banditici, laudes popolari e vetuste processioni sono paragrafi che compongono l’armonia della bitontinità e che si propongono come salde fondamenta culturali da trarre dall’oblio della non conoscenza.
Considerando il principio petrino della Traditio legis, quale fondamentale pilastro della storia millenaria della nostra fede, abbiamo voluto intitolare la nascente comunità associativa ‘Passionem Tradere’: ricevere, custodire, tramandare ai posteri la memoria della Passio Christi e della Sua Madre Addolorata.
La scelta iconografica dello stemma associativo nasce dall’idea di sintetizzare in unum symbolum le principali peculiarità della Quaresima bitontina. Entro linee mistilinee, composte da girali barocchi, insistono, triplici, gli attributi iconografici che suggeriscono, epifanici, le tre realtà coinvolte: il cuore trafitto dalle sette spade, araldica della Desolata del Capitolo Cattedrale, la stauroteca del Sacro Legno di Gerusalemme, scrinium dell’Arciconfraternita Santa Maria del Suffragio e, all’estremità, gli strumenti del supplizio cristologico, riconducibili ai Misteri secenteschi dell’Arciconfraternita Maria SS. del Rosario.
Sono queste le ragioni che ci hanno spinto a costituire un’associazione culturale dedita allo studio, quindi alle attività divulgative, dei riti confraternali legati al calendario liturgico e processionale quaresimale bitontino.
I beni demologici sono manuali didattici che racchiudono in sé inestimabili complessi valoriali; pertanto, similmente al concetto tutelare dell’art. 7bis ‘Beni immateriali - Convenzioni U.N.E.S.C.O.’ del suddetto Codice, le nostre finalità intendono:
- collaborare con le autorità religiose e civili, nonché con gli enti pubblici e privati per la realizzazione di progetti di studio e di ricerca;
- curare e diffondere relazioni socio-culturali attraverso gemellaggi con collettività nazionali e internazionali, in particolar modo con altre realtà sodalizio-confraternali, al fine di analizzare confronti filologici utili alla disciplina antropologica;
- allestire mostre per la divulgazione della conoscenza.
La nostra sede fisica si installa nella Chiesa cappellare di ius patronato Bovio-Damascelli, dedicata a Santa Maria della Pietà in via Rogadeo 30: la posizione topografica favorisce dialogo e relazioni di reciproca acculturazione fra le diverse realtà confraternali insistenti nel centro antico di Bitonto.
* Testo e foto a cura del dott. Antonio Sicolo.