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QUESTO BLOG E CON IL PAPA

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martedì 15 settembre 2009

15 settembre - Solennità liturgica di Maria SS. Addolorata

Nel giorno in cui la Liturgia è dedicata alla memoria dei Dolori di Maria SS. Addolorata, mi è gradito riportare la e-mail che mi ha inviato nuovamente la mia amica di Màlaga prof. ssa Marìa Encarnaciòn Cabello Dìaz, che ancora una volta testimonia quanto diffusa nel mondo sia la devozione alla B. V. Addolorata.


Da Màlaga, 15 settembre 2009 - "sorpresa!".
Carissimo Franco,
He visto tu sitio y para mí ha sido una gran sorpresa verme alli con los dos e-mail que te envié.
Lo importante es que sepamos conservar las tradiciones religiosas en Italia y en España.
Los tiempos actuales no son buenos para la religiosidad popular, pero hay que saber trasmitir nuestras creencias a la juventud para que no se pierdan.
Te escribo porque hoy es el día de los Dolores de la Virgen y tengo presente la imagen de la bellísima Dolorosa de Molfetta.
Te envío el link de la cofradía a la que pertenezco, que también celebra hoy su festividad. Se llama Archicofradía de los Dolores de San Juan, porque tiene su sede canónica en la parroquia de San Juan.
Su fundación es del siglo XVII, aunque en el siglo XIX desapareció para reorganizarse a finales del siglo XX, añadiéndole un Crucificado que es el Santísimo Cristo de la Redención,
www.doloresdesanjuan.es
Un fuerte abrazo,
Encarnita
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* Testo di Franco Stanzione.
* Foto tratte dal sito http://www.doloresdesanjuan.es .

venerdì 11 settembre 2009

Consensi da Màlaga (Spagna) sulle tradizioni della Arciconfraternita della Morte

Ho inviato qualche settimana or sono un esemplare del bellissimo DVD "Mater Lacrimosa", realizzato nel 2006 da "MNEME s.r.l." di Molfetta ad una amica di Màlaga, la prof. ssa Marìa Encarnaciòn Cabello Dìaz, conosciuta tramite il mio carissimo amico Beppino Tartaro, trapanese residente a Verona e webmaster del sito sulla processione dei Misteri di Trapani.
Il DVD tratta delle funzioni e processioni dell' Arciconfraternita della Morte, dalle Ceneri al Sabato Santo.
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La prof. ssa Marìa Encarnaciòn Cabello Dìaz abita a Màlaga ed è una studiosa delle tradizioni della Settimana Santa, non solo spagnola.
Dopo aver preso visione del contenuto del DVD "Mater Lacrimosa", mi ha inviato le due sottostanti e-mail, comunicandomi le sue impressioni sulla nostra Settimana Santa e su alcuni momenti di vita dell' Arciconfraternita della Morte.
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Da Màlaga, 14 agosto 2009 - "Procesiones".
Querido Franco,
Ya he visto el dvd. Me ha gustado mucho.
Lo que he visto me ha gustado mucho: el orden, el respeto, el silencio, el ritual, eso es continuar con la tradición de manera muy especial.
Me ha llamado mucho la atención el sorteggio per portare le statue (Bussola), me ha parecido extraordinario. Los rostros y la alegría de los hombres que salen elegidos, es una expresión maravillosa. Ese sistema de elección está muy bien, así no hay discusiones. Es extraordinario.
In merito a las imágenes de la Addolorata e della Pietà, son bellísimas las tres. En tu sitio, ya vi la imagen restaurada, es una maravilla. La Pietà me encanta, tiene unos rasgos bellísimos, muy suaves y delicados. El Cristo también es precioso.
Me he quedado sorprendida de la gran cantidad de gente que ve la procesión. En el libro que me enviaste, llamado La Notte delle Statue me maravilla el alto número de personas que se ve en las fotografías, sobre todo en corso Dante, es increíble. Es igual que en Andalucía, yo creía que en Italia iba menos gente a ver la procesión, pero veo que no, porque todos los años hay muchísima gente.
También me han sorprendido los altares de culto, es decir, el altar de la chiesa del Purgatorio. Muy bonitas las imágenes, los cirios, las flores. Es exactamente igual que en Málaga, todos los años, se varía y se cambian las formas para que esté más bello (los puedes ver en La Saeta).
En estas cosas veo más similitud entre Málaga, Andalucía, con Molfetta. Esto no lo veo en Trapani, los altares de culto, creo que no existen. Por eso me han llamado tanto la atención los de Molfetta. Son maravillosos. Creo que estáis casi todo el año preparando cosas, sobre todo en Cuaresma. En Trapani, solamente es la Scinnute y la procesión, pero lo de los altares es particular de Andalucía.
Por eso, veo mucha unión entre nuestras dos ciudades, también por las vestimentas de las imágenes, que en Trapani es distinta. Las de Molfetta son como las de Andalucía, muy parecidas, las túnicas y los mantos de las estatuas.
De todas formas, las de Trapani me gustan enormemente, cada ciudad tiene lo suyo.
Es muy importante que las cofradías estén regidas por hermanos cofrades, que tienen más devoción que una organización secular, no religiosa. Bueno eso parece que en Trapani es una batalla perdida.
Magari pronto se consiga volver a la Confraternitá.
Bueno, Franco, gracias por tu interés por la Semana Santa, que es una cosa de todos y hay que luchar para que no se pierdan las tradiciones.
Un fuerte abrazo,
Encarnita

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Da Màlaga, 28 agosto 2009 - "Bellìsimas las procesiones".
Carissimo Franco,
Ya he visto el DVD. Muchas gracias, otra vez.
Las procesiones son maravillosas. Lo que más me place es que se haya mantenido el rito antiguo. Eso es muy difícil, sobre todo en Andalucía, pero vosotros teneis unas procesiones por las que no ha pasado el tiempo, solamente, han pasado los hombres...
Un elemento que me place mucho es el palio. Antiguamente, las procesiones malagueñas también lo llevaban, se llamaba "palio de respeto". En la actualidad, ninguna procesión de Semana Santa lo lleva. Lo ha mantenido solamente la procesión del Corpus Christi.
Las estatuas son muy preciosas, es muy original, la de la Verónica, con una expresión bastante peculiar.
La Dolorosa y el grupo de la Piedad son extraordinarios, me gusta, sobre todo, la expresión de la Virgen de la Piedad.
Me place también el respeto de la procesión, la seriedad, y el sentimiento de los participantes y del público en general. Auguri por mantener las tradiciones en tu procesión y te deseo que sea así muchos años.
Un fuerte abrazo,
Encarnita
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Ritengo che, anche se scritte in spagnolo, le due e-mail siano più che intellegibili.
Mi riempie di orgoglio constatare l' apprezzamento di chi non è molfettese nei confronti delle nostre bellissime tradizioni Pasquali, grazie alla diffusione e conoscenza di esse fornita attraverso questo mio sito, nato un po' per gioco e un po' per passatempo, ma che ormai è divenuto punto di riferimento nel panorama dei siti web sull' argomento Settimana Santa.
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* Testo e foto di Franco Stanzione.

mercoledì 9 settembre 2009

19/9/09 - Concerto presso la Chiesa del Purgatorio "Sento l' amaro pianto"

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Sabato 19 settembre 2009, alle ore 20.00, come precedentemente promesso dal Priore dott. Franco Stanzione durante la trascorsa Quaresima, presso la Chiesa del Purgatorio saranno nuovamente eseguiti i canti del Settenario a Maria SS. Addolorata musicati per banda.
Ancora una volta l' Arciconfraternita della Morte si avvarrà della bravura degli ormai collaudatissimi musicisti dell' Orchestra Giovanile della Parrocchia S. Pio X , della quale il Priore è un grande estimatore.
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Vi è motivo di credere che questa iniziativa dell' Arciconfraternita della Morte sarà accolta con molto favore, oltre che dai confratelli, soprattutto da parte molfettesi devoti a Maria SS. sotto il doppio titolo di Regina dei Martiri e Madre dei Dolori.
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Il concerto sarà eseguito subito dopo il termine del Settenario a Maria SS. Addolorata, organizzato dalla omonima Associazione Femminile.
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* Testo e foto di Franco Stanzione.

mercoledì 2 settembre 2009

Mons. Pasquale Gioia, un Vescovo che ha fatto parlare di se

A cura del Prof. Cosmo Tridente.
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Come già scritto in altro post di questo sito (“Un avvenimento senza precedenti nella Settimana Santa molfettese del 1934”), Mons. Pasquale Gioia, che resse la nostra diocesi dal 1922 al 1935, era un prèsule rigoroso e severo (non per nulla, prima di essere elevato alla dignità episcopale, era stato un frate dell’Ordine dei Somaschi).
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Preoccupato soprattutto di tenere lontano dal suo gregge gli errori che lo minacciavano, il vescovo si impegnava ad esporre la dottrina cristiana in maniera consona alle necessità dei tempi; i discorsi e gli scritti furono le pacifiche armi da lui usate e che spesso suscitavano nell’interlocutore sentimenti di disapprovazione. Con una lettera pastorale del 12 dicembre 1926, indirizzata ai parroci, con preghiera di ampia diffusione, precisò il suo punto di vista in merito alle processioni. Ecco il testo:
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Le leggi ecclesiali debbono osservarsi. E dai Rettori e dai Padri Spirituali debbono farsi osservare anche da parte delle numerose Confraternite, adoperandosi a restituire alle processioni l’importanza religiosa, come noi siamo riusciti a fare nelle processioni eucaristiche e correggendo in esse ciò che è contro alle tradizioni della Chiesa Cattolica e alla stessa ragione. Basti accennare alla anomalia della processione della Madonna con Cristo Morto nelle ore mattinali del sabato santo. Niente di più assurdo. In questa materia non permetteremo che altri si inserisca perché è tutta materia che dipende dall’Autorità Ecclesiastica. Così sappiamo tutti che non tollereremo che siano esposte alla venerazione dei fedeli immagini di carta e certe statue o altro che né la pietà, né l’arte possono tollerare nella casa di Dio. Chi si regolerà altrimenti andrà incontro, oltrecchè alle pene, ad una nota di biasimo che rimarrà negli atti della Santa Visita.
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Altra decisione di Mons. Gioia presa all’inizio degli Anni Trenta, poi vanificata nel tempo, fu quella di far celebrare nella Chiesa del Purgatorio e in quella di Santo Stefano, a cura delle rispettive Arciconfraternite, la Messa in “Coena Domini” del giovedì santo, senza però la reposizione nell’urna del Santissimo Sacramento, cioè senza mettere Gesù nel “sepolcro”. Ciò perché le persone che visitavano le chiese del Purgatorio e di Santo Stefano, per ammirare le statue e commentare l’addobbo, si distraevano dal dare il giusto tributo di preghiera e di adorazione al Santissimo Sacramento. La decisione del vescovo fu saggia, se pensiamo che oggi la visita ai “sepolcri” è diventata, tranne poche eccezioni, una vera gazzarra: una massa di persone chiassose, irriverenti che si spostano di chiesa in chiesa, come allegre comitive, senza alcuna considerazione per il luogo sacro.
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"Pellegrinaggio della diocesi a Roma, con Mons.Gioia, in ricorrenza del Giubileo della Redenzione del 1933".

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Inoltre, il vescovo era estimatore e conoscitore del canto gregoriano e pretendeva che tutti i sacerdoti, anche gli anziani, ne fossero edotti; egli stesso lo insegnava ai seminaristi, sottoponendoli poi ad esami di teoria e facendoli esibire in pubbliche esecuzioni.
La sua morte fu improvvisa, come ricorda Mons. Leonardo Minervini, di venerata memoria.
La mattina di quel fatale 31 marzo Mons. Gioia si trovava in Cattedrale per assistere alla liturgia eucaristica della IV Domenica di Quaresima (Laetare). La celebrazione si era svolta regolarmente, vi era stata la predica quaresimale con il ricordo della anime purganti e il canto del “Dies irae”. Verso la fine della Messa il vescovo, sempre scrupoloso e attento al cenno del cerimoniere, si comportava stranamente. Qualcosa gli impediva di proseguire il rito; restava seduto e a mala pena impartì la benedizione finale. Rientrato in episcopio, ancora con le sontuose vesti prelatizie, cadde a terra svenuto. Fu un momento di grande sgomento tra i seminaristi e i giovani sacerdoti presenti. Intanto in Cattedrale si stava celebrando la messa delle ore 12. Nel coro c’era un medico, il dott. Girolamo Gadaleta il quale, chiamato urgentemente in episcopio, dopo una visita sommaria e aver somministrato al vescovo le prime cure, fece una diagnosi infausta: “angina pectoris”. Su di una sedia a sdraio Mons. Gioia fu trasportato nella sua camera da letto, mentre era sopraggiunto anche il canonico curato della Cattedrale, don Mauro Amato (detto per inciso, non capisco perché il presule non sia stato portato in Ospedale, date le sue gravi condizioni!). Il dott. Gadaleta tornò nel pomeriggio ma, constate le condizioni dell’infermo, lasciò intendere a quanti affollavano il corridoio d’ingresso che, salvo un improbabile capovolgimento, verso le prime ore del giorno successivo per Mons. Gioia, sarebbe stata la fine. Infatti, all’alba del 1 aprile il vescovo cessò di vivere, lasciando increduli i fedeli delle tre diocesi e tutti i cittadini di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi.

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La redazione di “Luce e Vita”, nel commemorare lo scomparso vescovo propose di innalzare un degno ricordo sulla tomba in cui, nella chiesa del Sacro Cuore di Gesù, erano stati sepolti i suoi resti mortali.
Con contributi e offerte varie, si mise insieme la somma necessaria per erigere la stele funeraria, ideata e realizzata dallo scultore molfettese Giulio Cozzoli. L’epitaffio fu composto dal prof. Maurilio De Rosa, ordinario di lettere al Seminario Regionale. Questo il testo:
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In pace Christi hic quiescit / PASCHALIS GIOIA c.r.s../ Ep Melphict. Terlit. ac Iuven. / merito piandus in aevum / ut qui hoc delubrum / studioso populi concursu / e fundamentis excitavit / vota capiat exequialia / mente secunda ac corde inoblito fidelium / Obiit Kalen. April. MCMXXXU
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Traduzione: Nella pace di Cristo qui riposa Pasquale Gioia Vescovo di Molfetta, Terlizzi e Giovinazzo della Congregazione Regolare Somasca. Meritevole di essere suffragato nei secoli, perché egli che questo tempio con amoroso concorso del popolo innalzò dalle fondamenta riceva voti e preghiere con cuore affettuoso e memore dei fedeli. Morì il 1° aprile 1935.
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Il 2 aprile 1935 fu nominato Amministratore Apostolico della diocesi di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi Mons. Marcello Mimmi, Arcivescovo di Bari. Fu lui che approvò il comitato per erigere la stele funeraria e che portò a termine l’iniziativa. Infatti, due anni dopo la morte di Mons. Gioia, il 7 aprile 1937, fu inaugurato il “degno ricordo”, nel corso di una solenne celebrazione eucaristica di suffragio, presieduta dal nuovo vescovo, Achille Salvucci (dicembre 1935 – marzo 1978). Oltre al popolo vi parteciparono nove vescovi della Regione, il clero delle tre diocesi, i seminaristi del Vescovile e del Regionale, membri dell’Azione Cattolica, autorità di ogni ordine e grado. Al termine della Messa, tenne il discorso celebrativo Mons. Francesco Maria Sanna, vescovo di Gravina, parlando della vita di un caro amico scomparso, quale fu Mons. Gioia.
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Il 9 maggio 1935, alle ore 18, nella chiesa del Purgatorio, per iniziativa del Rev. Teologo Don Tommaso Maglione, si tenne un solenne funerale in memoria di Mons. Gioia, alla presenza di un folto numero di confratelli della Morte e dell’amministrazione in carica presieduta da Corrado Maria Poli (Giacomo Palumbo 1° Componente; Giuseppe Mezzina 2° Componente). Alla cerimonia funebre partecipò anche l’Azione Cattolica.
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Testo e foto del prof. Cosmo Tridente.