A cura del Prof. Cosmo
Tridente
Siamo nel mese di maggio,
quando la natura esplode in una nuova bellezza, dopo i rigori
dell’inverno e gli inizi incerti della primavera. Nella tradizione
cristiana, questo mese è dedicato a Maria, ed è facile pensare che
questa scelta sia stata fatta proprio per questa identificazione in
Lei di santità e bellezza. Nelle litanie lauretane, un’invocazione
si rivolge a Maria, chiamandola “Rosa mistica”. È un titolo
bello e pieno di significato, perché adopera l’immagine della
rosa, un fiore che si distingue tra gli altri per la sua eleganza
solenne e per il profumo, discreto e inconfondibile. Così è Maria,
bella al di là di ogni umana immaginazione e insieme ricca di quel
profumo spirituale, dato dalla pienezza di Dio in Lei, della cui
fragranza di santità noi tutti ci arricchiamo.
La città di Molfetta,
nel mese di maggio, rinnova la sua devozione alla Vergine Maria con
alcuni significativi appuntamenti:
L’8 maggio, a
mezzogiorno, in tutte le parrocchie si recita la supplica alla
Madonna del Rosario di Pompei, “torre di salvezza negli assalti
dell’inferno, porto sicuro nel comune naufragio, sovrana
consolatrice dei mesti”. Nel duomo è venerato un gruppo scultoreo
in cartapesta, realizzato dallo scultore molfettese Corrado Binetti.
Un secondo gruppo in cartapesta è custodito nella parrocchia San
Domenico, modellato dallo scultore leccese De Vitis.
L’iconografia
della prima statua rispecchia quella del quadro venerato nella
Basilica di Pompei: la Vergine seduta sulle nubi con ai lati Santa
Caterina e San Domenico. L’iconografia della statua custodita nella
parrocchia San Domenico rispecchia un dipinto del Giaquinto esistente
nella stessa parrocchia: la Vergine con il Bambino è sulle nubi,
mentre ai lati è raffigurato rispettivamente San Domenico e un
Angelo nell’atto di offrire alla Vergine un canestrino pieno di
fiori e di rosari.
L’11 maggio i
molfettesi si recano in processione alla Basilica della Madonna dei
Martiri per ringraziare la Vergine dello scampato pericolo durante il
terremoto dell’11 maggio 1560, avvertito in alcune regioni
dell’Italia meridionale.
Pertanto, in Basilica viene officiata una
solenne Eucarestia e in quella circostanza la parrocchia di turno
offre l’olio che dovrà alimentare una lampada votiva davanti
all’icona della Madonna. La lampada rappresenta la luce della fede,
della speranza di un domani migliore, in contrapposizione alle
tenebre del peccato, dell’odio e della violenza, i mali che
travagliano e corrodono questa nostra società del benessere.
Il 24 maggio è la festa
di Maria Santissima Ausiliatrice, venerata nella parrocchia San
Giuseppe. La statua è opera dello scultore G. Mussner di Ortisei,
donata nel 1953 da Nicoletta Porcelli. Rappresenta la Vergine che
stringe tra le braccia il Bambino Gesù ed è vestita con un manto
rosa e celeste. Ogni anno viene portata in processione su un carro
rivestito di drappi, fiori e luminarie.
Il 31 maggio viene
solennizzata la visita della Vergine Maria a Santa Elisabetta, prima
della nascita di San Giovanni Battista. La chiesa della Santissima
Trinità (vulgo chiesa di S.Anna) venera un gruppo ligneo
settecentesco, opera del Brudaglio, raffigurante la Madonna e Santa
Elisabetta in atteggiamento di saluto e di abbraccio. Alla base della
scultura vi sono due angeli: uno a destra che reca tra le mani un
rametto di giglio, simbolo di purezza, e una paglietta che ha il
significato teologico di possesso di Dio in Maria; l’altro, a
sinistra, regge con le mani un cartiglio sul quale è scritto:
“Repleta est Spiritu Sancto S. Luca C.I.”.
Il 31 maggio si celebra,
del pari, la festa della Madonna della Grazia, la cui icona,
racchiusa in una cornice disegnata dallo scultore Giulio Cozzoli, è
venerata presso la parrocchia Sacro Cuore di Gesù. Rappresenta la
Madonna che regge il Bambino Gesù il quale, nella sua sinistra tiene
il libro della Sapienza e con la destra è benedicente. Accanto al
capo della Madonna vi sono delle lettre abbreviate in greco che
significano “Madre di Dio”, mentre sul capo del Bambino c’è
l’alfa e l’omega (principio e fine di tutto). Due angioletti
occhieggiano sulla sommità. La Madonna, dallo sguardo dolce e
penetrante, pare inviti alla preghiera e al raccoglimento dello
spirito.
Per ulteriori notizie e
approfondimenti, rimando i lettori ai miei libri: “Feste,
Ricorrenze e Memorie a Molfetta”, Mezzina, Molfetta 1998; “La
Médonne du Tremelizze tra scienza, storia e devozione popolare”,
Mezzina, Molfetta 2010.
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratte dal web (P. Magarelli, M. C. Roselli, F. Stanzione).