A cura del Prof. Cosmo
Tridente
Nella ricorrenza, quest'anno, del ventesimo anniversario della morte del nostro amato
Vescovo, don Tonino Bello, il prof. Cosmo Tridente mi ha inviato questo scritto che volentieri pubblico.
Molfetta è la città
che, insieme alle città della diocesi, ha ricevuto in dono don
Tonino Bello, vivendo con la sua presenza un’autentica primavera di
umanità, prima che spirituale.
È da questi luoghi che
riecheggiano in tante parti del mondo i discorsi di don Tonino
Bello ai giovani. Tante volte si parla di lui come profeta della pace
e della speranza. Ma è proprio questa la caratteristica del profeta,
di guardare più avanti, oltre l’orizzonte basso della nostra
visuale corta e, attraverso il grigiore dei giorni sempre uguali,
scorgere la primavera che viene. Sperare è guardare al nuovo non
come qualcosa che in qualche modo verrà, ma come qualcosa che è già
in costruzione e sta crescendo, invitandoci in qualche modo a
sceglierlo subito. Ricordiamo le sue parole:
“Cambierete il mondo e
non lo lascerete cambiare agli altri. Appassionatevi alla vita perché
è dolcissima. Mordete la vita. Non accantonate i vostri giorni, le
vostre ore, le vostre tristezze con quegli affidi malinconici ai
diari. Non coltivate pensieri di afflizione, di chiusura, di
precauzioni. Mandate indietro la tentazione di sentirvi incompresi.
Non chiudetevi in voi stessi, ma sprizzate gioia da tutti i pori.
Bruciate… perché quando sarete grandi potrete scaldarvi ai carboni
divampati nella vostra giovinezza. Incendiate…non immalinconitevi.
Perché, se voi non avete fiducia, gli adulti che vi vedono saranno
più infelici di voi. Coltivate le amicizie, incontrate la gente. Voi
crescete quanto più numerosi sono gli incontri con la gente, quante
più sono le persone cui stringete la mano”.
E ancora.
“Ragazzi, non barattate
mai l’onestà con un pugno di lenticchie. Vogliate bene a Gesù
Cristo, amatelo con tutto il cuore. Prendete il Vangelo tra le mani,
cercate di tradurre in pratica quello che Gesù vi dice con
semplicità di spirito. Amate i poveri, perché è da loro che viene
la salvezza. Non arricchitevi, non vale: nel gioco della vita è
sempre perdente chi vince sul gioco della borsa”.
E ancora.
“No, non è un problema
solo dei grandi. Anzi, comincio a dubitare che la pace, in questo
vecchio mondo, possano essere i grandi a farla fiorire. E allora
ragazzo spezzati in quattro per la pace. Prega per la pace. Allenati
al dialogo. Cambia il tuo cuore. Educati alla pace. Si, perché
la pace è anche un’arte che si impara. Non basta lo slogan.
Non basta una marcia. Non basta un cartello. Ci vuole lo studio.
Occorre il confronto. Occorre soffrire. Ti sarà necessario anche
prendere posizione: l’equilibrismo non è il modo giusto per
difendere la pace. Dai, ragazzo! Per la pace fatti in quattro pure
tu! Ce la farai!”.
E ancora.
“Ragazzi, vivetela bene
la vostra vita, non bruciatela! Sarebbe splendido se la vostra vita
la metteste al servizio degli altri. Io sono convinto che se la
vostra vita la spendeste per gli altri, la metteste a disposizione
degli altri, non la perdereste. Perdereste il sonno, ma non la
vita. La vita è diversa dal sonno. Perdereste il denaro, ma non la
vita. La vita è diversa dal denaro. Perdereste la quiete, ma non la
vita. La vita travalica la quiete, soprattutto la quiete sonnolenta,
ruminante del gregge. Perdereste la salute, ma non la vita”.
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratta dal web.