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giovedì 14 maggio 2015

Antiche preghiere recitate in tre momenti della giornata

A cura del prof. Cosmo Tridente.

Tra gli inediti di Saverio La Sorsa (personaggio illustre di Molfetta, definito dall’Accademico Petazzoni il Pitrè di Puglia, nato il 23 ottobre 1877 in via Torre del Pane n. 28 e morto il 6 gennaio 1970, dopo aver pubblicato circa 200 opere tra grandi e piccole) ho rinvenuto tre preghiere che il popolo molfettese rivolgeva al Creatore, a Maria ed ai Santi nello svegliarsi la mattina, durante la giornata e nell’andare a letto la sera. 
Sono ore in cui l’uomo non distratto da pensieri terreni, dimentico delle cure e degli affanni, si sente più vicino a Dio, ama rivolgere la mente e il cuore a chi gli largisce grazie e favori per esprimergli la sua gratitudine e invocare la sua protezione.
Queste preci, poco pregevoli per bellezza letteraria, sono vive manifestazioni dell’ingenua fede della nostra gente e attestano sincera devozione e bontà di cuore. 
Mentre la preghiera del mattino era recitata dopo un riposo che avesse fugato dubbi e paure, quella recitata la sera era accompagnata dal timore della morte perché, come ha scritto Ugo Foscolo nella poesia “Alla sera”, la sera è vista come immagine della morte, la «fatal quiete», cioè una dimensione cosmica atemporale, ma anche la pace dell'anima. 
Sicché il devoto prima di addormentarsi sentiva il bisogno di riepilogare tutto quello che avesse fatto durante la giornata, passando in rassegna quanto avesse visto, avesse detto, avesse udito. Per riconciliarsi coll’Eterno e avere il suo perdono, chiedeva la divina protezione e invocava il soccorso dei Santi, della Vergine, delle anime dei propri defunti i quali, secondo la fede cattolica, vigilano sulle vicende della nostra esistenza e ascoltano le nostre preghiere. 
Consideriamo che dobbiamo essere sempre pronti alla morte, giacché essa ci può cogliere dovunque da un momento all’altro: Ci rendiamo facilmente conto che, anche ai nostri giorni, nonostante i progressi della scienza, i casi di morte improvvisa sono abbastanza frequenti o per accidenti vari che stroncano l’esistenza o per disgrazie. La preparazione alla morte non va dunque rimandata alla vecchiaia, cui potremmo non arrivare, ma fatta continuamente con la perseveranza nella preghiera a Dio e alla SS.Vergine.
Riporto le tre preghiere ricordando ai lettori che la “e” non accentata non va letta: 

Allo svegliarsi
Mò me mètte la chémmìse, 
lodìmme Die e la Médonne; 
Gesù Criste è u-attène mie, 
la Médonne è lé mémmé mie; 
Sén Gevénne m'è chembàre, 
l'éngele stonne ncombagnie; 
pe salvà l'énemé 
mie assistèteme ogné ore 
contr-a u demòneie tradetòre. 

Tradotto: Ora mi metto la camicia, lodiamo Dio e la Madonna; Gesù Cristo è il Padre mio, la Madonna è la mamma mia; San Giovanni m’è compare, gli angeli stanno in compagnia; per salvare l’anima mia assistetemi ogni ora contro il demonio traditore. 

Durante la giornata 
Patre nostre grénne grénne, 
Gesù è mmùerte a tréndatrè énne.
Tréndatrè énne so' passate
e-alla croscè fo inchjovate, 
fo-inchjovate ingiustéménde, 
Mérie chjéméive tutte la ggènde. 
Ndrin, ndrin u cambanélle 
èssene tutte lé vergenélle, 
pe vedè nostre Segnoere 
ca pertàve la croscè ngudde. 
Métaléna scapigliate, 
nnanz-a Ddì s'è ngenecchjàte, 
dìsse le raziòene 
p-avè ogne preddòene.
Ci la disce tre volte 
lé notte, nén mòere de mélé mòrte. 
Ci la disce tre volte la die, 
ogné gràzeie ave da Die. 

Tradotto: Padre nostro grande grande, Gesù è morto a treantatrè anni. Trentatrè anni sono passati e alla croce fu inchiodato, fu inchiodato ingiustamente, Maria chiamava tutta la gente. Ndrin, ndrin il campanello escono tutte le verginelle, per vedere nostro Signore che portava la croce addosso. Maddalena scapigliata, davanti a Dio s’è inginocchiata, disse le orazioni per avere ogni perdono. Chi la dice tre volte la notte, non muore di mala morte. Chi la dice tre volte al giorno ogni grazia ha da Dio. 

Prima di coricarsi 
 Bona sére a te, Médonne, 
prim-a tté che a n'alta dònne; 
bona sére, Matra Mérie,
ca sì la mémmé mie. 
L'òere de sci o llìtte av’arrevàte,
a la Médonne me so raccheménnéte, 
sacce la chelcuàte, 
ma nén sacce l'alzàte. 
Sénda Mérie, matre de Ddie, 
tu me libbere d'ogne nganne 
da pericle e da malanne. 
Segnòere, me so chelcuàte, 
l'énemé mie te sia raccheménnéte, 
da quatt’éngele acchembégnéte, 
ue da pìete e due da cape. 
Allendénete, spirte triste, 
ca me guarde Gesù Criste. 
Stònne che mméche tutte le Sénde, 
u Patre, u Figghje e-u Spirte Sénde. 

Tradotto: Buona sera a te, Madonna, prima a te che a un’altra donna; buona sera, Madre Maria, che sei la mamma mia. L’ora di andare a letto è arrivata, alla Madonna mi sono raccomandata, so l’andata a letto, ma non so l’alzata. Santa Maria, madre di Dio, tu mi liberi da ogni inganno da pericoli e da malanni. Signore, mi sono coricato, l’anima mia ti sia raccomandata, da quattro angeli accompagnata, due a piedi e due a capo (del letto). Allontanati, spirito tristo, perché mi guarda Gesù Cristo. Stanno con me tutti i Santi, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 

Come il lettore ha potuto intuire, sono preghiere prodotte dal popolo, da me opportunamente riviste nella scrittura dialettale, in cui si nota sincera devozione, profonda fede, anche se poca compostezza poetica, ma tanto importanti e utili a caratterizzare la sua indole e la sua psicologia. 

* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente. 
* Foto tratta dal web (Copertina del volume "fiabe e novelle del popolo pugliese") di Saverio La Sorsa.