A cura del prof. Cosmo Tridente
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I Molfettesi non più giovani ricorderanno che il 1° luglio 1951 la venerata icona della Vergine dei Martiri fu incoronata dal Cardinale Federico Tedeschini, proclamandola nello stesso tempo nostra Augusta Protettrice. Le due corone, poi rubate e rifatte, furono disegnate dallo scultore molfettese Giulio Cozzoli e cesellate a Napoli dalla ditta Coppola Gagliardi (vedi in proposito il mio libro: “Feste, ricorrenze e memorie a Molfetta”, Editore Mezzina, Molfetta 1998).
Molto brevemente dirò che il Cardinale Tedeschini era nato ad Antrodoco (Rieti) il 12 ottobre 1873. Fu creato Cardinale da Papa Pio XI nel concistoro del 16 dicembre 1935. Fu Vescovo di Ostia e Frascati, Arciprete della Patriarcale Basilica Vaticana, Prefetto della Sacra Congregazione della Rev.Fabbrica di S.Pietro, nonché datario di Sua Santità e Camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali. Nel 1953 fu legato del Papa al Congresso Eucaristico Internazionale di Barcellona. Morì il 2 febbraio 1959.
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Fatta questa premessa, non tutti sanno che il 13 ottobre dello stesso anno in cui fu incoronata la nostra Madonna dei Martiri, il Cardinale Tedeschini fu al centro dell’attenzione del mondo cattolico per un altro importante evento, quello della chiusura a Fatima dell’Anno Santo esteso a tutta la Chiesa. Durante l’omelia, l’eminente porporato lesse alla folla che gremiva la piazza della Basilica portoghese una interessante rivelazione che gli era stata confidata da Papa Pio XII (Eugenio Pacelli). Il testo scritto fu diffuso alla stampa internazionale.
“Erano i giorni - scrive il porporato - della definizione dell’assunzione della Santissima Vergine Maria. Durante uno di questi, incontratomi con Sua Santità in una riunione ufficiale, il Santo Padre, visibilmente emozionato, si degnò di confidarmi ciò che segue: "Ieri, ho visto un prodigio che mi ha profondamente impressionato". E mi narrò come avesse visto il sole sotto la stessa forma, con quegli stessi prodigi, in quella stessa apocalittica convulsione, che noi sappiamo essersi prodotta davanti a settantamila persone a Fatima! Chi potrebbe descrivere come si presentò il sole, se non ripetendo le auguste parole? Rimasi scosso dallo stupore, ammutolito, interdetto! Era la prima volta che, per così dire, avevo la sensazione di vedere e sentire parlare un resuscitato: l’Evangelista ispirato di Patmos! E il Sommo Pontefice mi raccontava tutto questo emozionato e scosso come mai l’avevo visto... Ora, in che giorno e sotto che forma si produsse questo fenomeno, del tutto prodigioso, davanti agli occhi del Papa? "Era il 30 ottobre 1950 - mi narrò - l’antivigilia del giorno che l’intero mondo cattolico attendeva con impazienza, quello della solenne definizione dell’Assunzione in Cielo della Santissima Vergine Maria. Verso le quattro del pomeriggio, stavo facendo la mia abituale passeggiata nei giardini del Vaticano, leggendo e studiando, come mio solito, alcune carte d’ufficio. Dalla spianata della Madonna di Lourdes, salii verso la sommità della collina, passando per il viale di destra, che costeggia il muro di cinta. Ad un certo punto, come alzai gli occhi dai fogli che avevo in mano, fui colpito da un fenomeno che appariva come un globo opaco, giallo pallido, completamente attorniato da un cerchio luminoso, che tuttavia non impediva affatto di fissare l’astro con attenzione, senza provocare il minimo fastidio. Una nuvoletta, leggerissima, vi si trovava davanti come un diaframma. Il globo opaco si muoveva verso l’esterno, leggermente, ruotando e contemporaneamente spostandosi da destra verso sinistra e viceversa. Ma, all’interno del globo, v’erano, chiarissimi ed ininterrotti, dei moti molto forti. Lo stesso fenomeno si ripeté il giorno dopo, 31 ottobre e il 1° novembre, giorno della definizione; poi l’otto novembre, ottava di questa solennità. Poi, più nulla. Molte volte ho cercato, in altri giorni, alla stessa ora e con simili condizioni atmosferiche, di osservare il sole per vedere se il fenomeno si sarebbe riprodotto, ma invano. Non ho più potuto fissare il sole, nemmeno per un istante, perché la vista immediatamente era abbagliata. Questa è, in parole semplici e concise, la pura verità".
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A questo punto, una domanda sorge spontanea, come direbbe un noto personaggio televisivo: perché proprio Papa Pacelli ebbe il privilegio di osservare questo fenomeno? Secondo Andrea Tornielli (Pio XII. Eugenio Pacelli. Un uomo sul trono di Pietro, Mondadori, 2007) c'era un legame solido tra la vita di questo Pontefice e il mistero della Vergine Maria. "Fin da bambino - ha sottolineato - Eugenio Pacelli era devoto ed era iscritto alla Congregazione dell'Assunta, che aveva la cappella vicino alla Chiesa del Gesù. Una devozione che appare profetica, perché sarà proprio lui a dichiarare il dogma dell'Assunta nel 1950. E poi - continua Tornielli - Eugenio Pacelli ricevette l'ordinazione episcopale da Papa Benedetto XV nella cappella Sistina il 13 maggio 1917, giorno della prima apparizione della Madonna a Fatima" Nel 1940, in qualità di Pontefice, riconobbe definitivamente le apparizioni di Fatima, e nel 1942 consacrò il mondo al Cuore Immacolato di Maria con un radiomessaggio al Portogallo.
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* Testo e foto a cura del prof. Cosmo Tridente.