La dedicazione del sabato a Maria ha avuto la sua massima espressione in tre esercizi di pietà, molto cari al popolo cristiano: il privilegio sabatino, promesso dalla Madonna del Carmelo; la pratica dei cinque sabati, voluti dalla Madonna di Fatima; la pratica dei quindici sabati, in onore della Regina del Rosario di Pompei, oggi riveduta dopo l’introduzione dei “Misteri della Luce” nel Rosario. Vediamoli uno per uno, non dimenticando che a Molfetta è pure sentita la devozione dei sette sabati solenni che precedono la festa della Madonna dei Martiri, nostra Compatrona.
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Il privilegio sabatino è la seconda promessa
che la Madonna
del Carmelo fece in una sua apparizione, ai primi del trecento, al Pontefice
Giovanni XXII (1316-1334) al quale disse: «Io
Madre di bontà, scenderò il primo sabato dopo la loro morte e quanti troverò
nel Purgatorio, libererò e condurrò al monte santo della vita eterna ». Questo grande privilegio offre,
dunque, la possibilità di entrare in Paradiso il primo sabato dopo la morte.
Ciò vuol dire che, coloro che otterranno tale privilegio staranno nel
Purgatorio massimo una settimana, e se avranno la fortuna di morire di sabato, la Madonna li porterà subito
in Paradiso. Non bisogna comunque confondere la prima promessa (quella dello
scapolare) con il privilegio sabatino. Nella prima promessa, fatta a S. Simone
Stock, non sono richieste né preghiere né astinenze. E’ sufficiente portare devotamente
con sè lo scapolare, per non patire il fuoco dell’inferno. Per quanto riguarda
il privilegio sabatino, che riduce ad una settimana al massimo la sosta in
Purgatorio, la Madonna
chiede che oltre a portare lo scapolare, si facciano preghiere e alcuni
sacrifici in suo onore, generalmente la recita quotidiana del Rosario oppure
sette Pater, Ave, Gloria. Lo stesso Pontefice confermò questo privilegio nella
Bolla Sabatina del 3 marzo 1322.
La pratica dei cinque sabati ebbe il sigillo
della Vergine a Fatima.
Era il 10 dicembre 1925 quando la Madonna apparendo a
suor Lucia dos Santos, la veggente della Cova d’Iria, le disse: «Guarda, figlia mia, il mio Cuore coronato di spine che gli uomini
ingrati a ogni momento mi conficcano con bestemmie ed ingratitudini. Tu almeno,
cerca di consolarmi e dì che tutti quelli che per cinque mesi, nel primo
sabato, si confesseranno ricevendo poi la santa Comunione, diranno un rosario,
e mi faranno quindici minuti di compagnia meditando sui quindici misteri del
rosario, coll’ intenzione di darmi sollievo, io prometto di assisterli, nell'ora della morte, con tutte le grazie
necessarie alla salvezza di queste anime». Lucia domandò poi alla Vergine perchè dovessero essere
`cinque sabati' e non nove, o sette. Riporto le sue parole:
«Figlia mia, il motivo è semplice - rispose la Vergine - sono cinque
le specie di offese e bestemmie contro il mio Cuore Immacolato:
1 - le bestemmie contro l'Immacolata Concezione;
2 - le bestemmie contro la sua Verginità;
3 - le bestemmie contro la Maternità divina, rifiutando, allo stesso tempo, di riconoscerla come vera Madre degli uomini;
4 - gli scandali di quanti cercano pubblicamente di infondere nel cuore dei bambini l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio contro questa loro Madre Immacolata;
5 - quanti mi oltraggiano direttamente nelle mie sacre immagini.
Quanto a te, cerca continuamente, con le tue preghiere e sacrifici, di muovermi a misericordia verso quelle povere anime».
2 - le bestemmie contro la sua Verginità;
3 - le bestemmie contro la Maternità divina, rifiutando, allo stesso tempo, di riconoscerla come vera Madre degli uomini;
4 - gli scandali di quanti cercano pubblicamente di infondere nel cuore dei bambini l'indifferenza, il disprezzo e perfino l'odio contro questa loro Madre Immacolata;
5 - quanti mi oltraggiano direttamente nelle mie sacre immagini.
Quanto a te, cerca continuamente, con le tue preghiere e sacrifici, di muovermi a misericordia verso quelle povere anime».
Il messaggio di Fatima è dunque
un messaggio di «salvezza» per
impedire che l'umanità pervertita dall'odio, sommersa da fiumi di sangue
innocente, capace di atrocità inimmaginabili finisca di perdersi eternamente e
di autodistruggersi sulla terra.
La pratica dei quindici sabati
consiste nell’impegno di rivivere con Maria per quindici sabati consecutivi i
quindici misteri del Rosario che sono, in sintesi, la storia della nostra
salvezza. Richiede la partecipazione all’Eucarestia, la meditazione
approfondita di un mistero per ogni sabato e la recita del Rosario intero o
perlomeno della terza parte. Tale pratica ha avuto origine in Francia all’epoca
delle lotte tra calvinisti ed ugonotti. Il re Luigi XIII (1601-1643), invocando
la fine dei combattimenti, invitò tutti, il 27 maggio 1627, alla recita del
Rosario nella chiesa dei Padri Domenicani di S. Onorato, a Parigi. Poi si
continuò a recitare questa preghiera mariana tutti i sabati. La fine delle
lotte e la pietà popolare dei fedeli ispirarono la devozione detta “voto dei
quindici sabati” propagata dai Padri Domenicani. Una devota napoletana, la
marchesa Filiasi di Somma, per meglio diffondere la pratica, aveva tradotto dal
francese un libricino le cui copie si esaurirono in breve tempo. Quando Bartolo
Longo (un pugliese trapiantato a Napoli, nato a Latiano nel 1841 e morto a
Pompei nel 1926) le chiese un’offerta per il Santuario che stava costruendo a
Pompei, la marchesa lo invitò a ristampare il libretto dei quindici sabati. Il
Beato ne rifece completamente il testo intitolandolo “La devozione dei quindici
sabati in onore del SS.mo Rosario” (Napoli 1887).
Qualunque periodo dell’anno si
presta per questa devozione, ma nel Santuario di Pompei la si suole premettere
alle due grandi giornate dell’8 maggio e della prima domenica di ottobre,
quando, alle ore 12, a
Pompei e simultaneamente in tutte le chiese della cristianità si recita la
supplica alla B.V. del Rosario che, nella parte conclusiva, riporta queste
bellissime parole: “Tu ci sarai conforto nell’ora di agonia, a te l’ultimo bacio della vita che si spegne”.
Concludo con una esortazione di
Paolo VI: “Non si può essere cristiani senza essere mariani”. Cioè non si può escludere
dalla nostra vita cristiana la presenza di Maria, madre di ciascuno di noi, la quale
è la scorciatoia per arrivare a Dio. Maria ci è vicina nel nostro pellegrinare
sulla terra, nel nostro sabato della vita
e della storia.
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratte dal web.
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratte dal web.