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QUESTO SITO STA CON IL PAPA

Online da lunedì 29 ottobre 2007 - Visualizzazioni totali

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domenica 18 ottobre 2015

18 ottobre 2015 - Processione dei SS. Medici di Bitonto


Sul sito La mia Settimana Santa, nella Galleria Fotografica della sezione dedicata ai SS. Medici di Bitonto, ho pubblicato il 


della processione dei SS. Medici Cosma e Damiano, svoltasi il 18 ottobre 2015.


* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

lunedì 12 ottobre 2015

Molfetta, 11 ottobre 2015 - Processione dei SS. Medici

La processione dei SS. Medici avrebbe dovuto svolgersi , come da tradizione, in mattinata; ha dovuto subire lo spostamento dell'orario di uscita al pomeriggio, a causa di una persistente quanto annunciata pioggia.
Sul sito Il Culto dei SS. Medici Cosma e Damiano in Puglia il reportage fotografico della processione, nella sezione dedicata a Molfetta.



Quest'anno la novità è stata la presenza in processione del reliquiario contenente due frammenti delle braccia dei SS. Cosma e Damiano, appartenenti al Santuario dei SS. Medici di Bitonto.


Un grande ritorno al passato: i fuochi di artificio durante la processione.


* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

domenica 6 settembre 2015

Dante nel 750° anniversario della nascita

A cura del prof. Cosmo Tridente.


Un «profeta di speranza, annunciatore della possibilità del riscatto, della liberazione, del cambiamento profondo di ogni uomo e donna, di tutta l’umanità».
E’quanto papa France­sco ha scritto di Dante Alighieri (1265 - 1321), il 4 maggio u.s., giorno in cui in Italia si sono celebrati so­lennemente i 750 anni dalla nascita del sommo poeta. Nel messaggio inviato al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, Papa Francesco ricor­da l'ammirazione nutrita nei secoli dai Pontefici nei riguar­di dell'Alighieri, «artista di al­tissimo valore universale, che ha ancora tanto da dire e da donare, attraverso le sue opere immortali, a quanti sono desi­derosi di percorrere la via della vera conoscenza, dell'autenti­ca scoperta di sé, del mondo, del senso profondo e trascen­dente dell'esistenza».
Alla vigilia del Giubileo Straordinario della Misericor­dia, che si aprirà l'8 dicembre prossimo, a cinquant’anni dal­la conclusione del Concilio Vaticano II, il Papa auspica vivamente che «le celebra­zioni del 750° anniversario della nascita di Dante, come quelle in preparazione al VII centenario della sua morte nel 2021, possano far sì che la figura dell'Alighieri e la sua opera siano nuovamente com­prese e valorizzate, anche per accompagnarci nel nostro per­corso personale e comunita­rio. La Commedia può essere letta, infatti, come un grande itinerario, anzi come un vero pellegrinaggio, sia personale e interiore, sia comunitario, ec­clesiale, sociale e storico. Essa rappresenta il paradigma di ogni autentico viaggio in cui l'umanità è chiamata a lascia­re quella che Dante definisce «l'aiuola che ci fa tanto feroci» (Paradiso XX, 151) per giungere a una nuova condizione, segnata dall'armonia, dalla pace, dalla felicità. È questo l'orizzonte di ogni autentico umanesimo».
In definitiva, conclude papa Francesco, «onorando Dante Alighieri noi potremo arric­chirci della sua esperienza per attraversare le tante selve oscure ancora disse­minate nella nostra terra e compiere felice­mente il nostro pelle­grinaggio nella storia, per giungere alla méta sognata e desiderata da ogni uomo: "L'a­mor che move il sole e l'altre stelle"» (Par. XXXIII, 145).
Nel mosaico dell'ab­side del Santuario Madonna dell’Olmo di Thiene (Vicenza), retto dai Frati Minori Cappuccini, l'artista Angelo Gatto ha voluto inserire anche la figura di Dante Ali­ghieri che nel XXXIII canto del Paradiso della sua Divina Commedia fa dire a San Bernardo di Chiaravalle (1109-1153)  la bellissima e insuperabile preghiera alla Vergine Maria.
 

San Bernardo è l'ultimo compagno di viaggio (dal XXXI al XIII canto del Paradiso) che vie­ne affidato a Dante nel suo lungo itinerario esistenziale descritto nella Commedia; egli lo conduce di giro in giro ver­so le più alte sfere del Paradiso.
Il mosaico sottolinea con efficacia questo momento, po­nendo Dante non rivolto a chi guarda, come tutti gli altri per­sonaggi raffigurati, ma come a colloquio con la figura seguen­te che è appunto san Bernardo. È Bernardo che mostra a Dan­te di grado in grado le schiere dei beati e prima di introdurlo alla Vergine Maria, lui stesso la prega con le immortali sette terzine della preghiera a lei de­dicata e che riporto qui di seguito:

Canto XXXI II del Paradiso (1-21)

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,

tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che '1 suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.

Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.

Qui se'a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra' mortali,
se' di speranza fontana vivace.

Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia e a te non ricorre,
sua disianza vuol volar sanz'ali.

La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.

In te misericordia, in te pietate,
 in te magnificenza, in te s'aduna
 quantunque in creatura è di bontate».


La Madonna è qui presentata in tutta la sua umanità di madre, mamma di Gesù, ma anche nostra. In quanto tale, Maria non può non soccorrere tutti i suoi figli, non solo quelli che chiedono la sua intercessione, ma anche quelli che, orgogliosi o non riconoscenti o ancora convinti che nessuno possa aiutarli, a Lei non ricorrono.

*Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto tratte dal web.

venerdì 17 luglio 2015

I Genitori della Madonna secondo la "Legenda Aurea"

A cura del prof. Cosmo Tridente. 

Il 26 luglio la Chiesa cattolica commemora la figura di Sant’Anna e di suo marito San Gioacchino. 


Nonostante che dei due personaggi non ci siano documenti provenienti dalla Sacra scrittura e da testi ufficiali e canonici, il culto di Sant’Anna è estremamente diffuso sia in Oriente che in Occidente. 
Gioacchino fu lasciato discretamente in disparte per lunghi secoli e poi inserito nelle celebrazioni in data diversa; Anna il 25 luglio dai Greci in Oriente e il 26 luglio dai Latini in Occidente, Gioacchino dal 1584 venne ricordato prima il 20 marzo, poi nel 1788 alla domenica dell’ottava dell’Assunta, nel 1913 si stabilì il 16 agosto, fino a ricongiungersi, nel nuovo calendario liturgico, alla sua consorte il 26 luglio. 
Notizie dettagliate sono invece fornite dall'apocrifo Protovangelo di San Giacomo, risalente al sec. II e dalla Legenda Aurea. 
La Legenda Aurea (spesso italianizzato in Leggenda Aurea) è una collezione di vite di santi scritta in latino dal domenicano Jacopo da Varazze (Giacomo da Varazze), arcivescovo di Genova. Fu compilata a partire dagli anni sessanta del XIII secolo e l'autore continuò a lavorarci fino alla sua morte, avvenuta nel 1298.
Secondo tale Leggenda, Anna era figlia di Achar e sorella di Esmeria, madre di Santa Elisabetta e nonna del Battista. Prima delle sue nozze con Gioacchino, Anna era stata sposata due volte: dalla sua prima unione era nata Maria, moglie di Cleofa e madre di Giacomo il Minore; dalla seconda Salomè, moglie di Zebedeo e madre degli apostoli Giacomo il Maggiore e Giovanni. Il suo matrimonio con Gioacchino, uomo virtuoso e molto ricco della tribù di Giuda e della stirpe di Davide, non produsse prole, anche dopo venti anni, a causa della sterilità del marito. 


Un giorno Gioacchino si recò al Tempio per fare, secondo la legge di Mosé, la sua solita offerta al Signore, ma il gran sacerdote Ruben gli disse: "Tu non sei degno di offrire i tuoi doni perché non hai dato ancora al Signore il frutto della primogenitura d'Israele". Pieno di confusione, Gioacchino non ebbe il coraggio di ritornare a casa. Per non amareggiare la sua consorte si ritirò in una sua proprietà montana dove per quaranta giorni e quaranta notti si diede all'orazione e al digiuno. Dal canto suo Anna, avuto conoscenza di quanto era avvenuto, mortificata e avvilita, pregava nella sua casa il Signore affinché concedesse anche a lei un figlio, come lo aveva concesso alla vecchia e sterile Sara. 


La loro preghiera fu esaudita. Un giorno, mentre Anna stava effondendo le sue lacrime davanti al Signore, fu visitata da un angelo, che le promise il concepimento di un figlio. Lo stesso lieto annunzio fu dato a Gioacchino il quale si affrettò a ritornare a Gerusalemme con il suo gregge. I due si incontrarono alla porta aurea di Gerusalemme: gli autori medievali vedono nel loro casto bacio il momento dell'Immacolata concezione di Maria. Secondo il costume ebraico, in ringraziamento a Dio, Gioacchino offrì dieci agnelli, dodici vitelli e cento capri puri e senza macchia. Nove mesi più tardi nacque loro una figlia, alla quale posero il nome Maria. Secondo la tradizione Anna e Gioacchino, con Maria bambina, abitavano a Gerusalemme nei pressi dell'attuale Porta dei Leoni, nella parte nord orientale della città vecchia, laddove ci sono i resti della piscina di Bethesda. Oggi nel luogo dove avrebbero abitato e dove sarebbe cresciuta Maria sorge una chiesa costruita dai crociati nel XII secolo, dedicata a sant'Anna e custodita dai Padri Bianchi.


La tradizione vuole che le reliquie della Santa furono salvate dall'essere distrutte dal centurione Longino (soldato romano che trafisse con la propria lancia il costato di Gesù crocifisso per accertare che fosse morto). I resti furono poi custoditi in Terra Santa finché ad opera di alcuni monaci non giunsero in Francia dove rimasero per anni. Durante le famose incursioni ottomane, l'intero corpo fu chiuso in una bara di cipresso e murato, per precauzione, in una cappella scavata sotto la nascente cattedrale di Apt. Molti anni dopo avvenne il ritrovamento, preceduto e seguito, secondo i racconti, da diversi miracoli che portarono all'identificazione del corpo, grazie soprattutto ad una scritta in greco. In seguito ne avvenne la smembratura e divisione fra i vari nobili ed il clero. Tra i presunti miracoli si ricorda il "lumino", rimasto acceso accanto alla bara di cipresso per anni nonostante l'assenza di aria. 



Sant’Anna è invocata come protettrice delle donne incinte, che a lei si rivolgono per ottenere da Dio tre grandi favori: un parto felice, un figlio sano e latte sufficiente per poterlo allevare.

 
* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.
* Foto a cura del dott. Francesco Stanzione, tratte dal sito
Chiesa SS. Trinità o di S. Anna - Molfetta.

22 luglio - Solennità liturgica di S. Maria Maddalena, Patrona dell'Arciconfraternita della Morte di Molfetta

Il 22 luglio ricorre la solennità liturgica di S. Maria Maddalena.
Sin dalla visita pastorale di Mons. Pompeo Sarnelli nel 1699, risulta che l'Arciconfraternita della Morte aveva sovrapposto all'antico titolo quello di "S. Maria del Pianto", lasciando intendere una disposizione particolarmente devota nei confronti di Maria, Vergine Addolorata, ma aveva assunto quale propria patrona S. Maria Maddalena, di cui celebrava la festa e per la quale aveva ottenuto l'indulgenza plenaria settennale. Probabilmente di questa santa i confratelli tendevano ad imitarne lo spirito di conversione e di penitenza, così come era presentato dall'agiografia del tempo.

S. Maria Maddalena è tuttora la patrona dell'Arciconfraternita della Morte, anche se da sicuramente oltre un secolo si è persa la memoria di ciò.

Dall'anno 2009, l'Amministrazione dell'Arciconfraternita presieduta dal dott. Francesco Stanzione, di concerto con il Padre Spirituale Mons. don Francesco Gadaleta, ha inteso ripristinare la commemorazione di S. Maria Maddalena, solennizzandola con la celebrazione di una S. Messa il giorno 22 luglio.
Successivamente l'Amministrazione insediatasi il 13 luglio 2014, guidata dal Priore Giuseppe de Candia, coadiuvato dal I Componente Giulio Pisani e dal II Componente Pasquale Mancini, ha cercato di valorizzare ancor più questa solennità, con l'auspicio di riportare nell'Arciconfraternita lo spirito penitenziale e di servizio, di cui è esempio S. Maria Maddalena, che agli inizi aveva caratterizzato il sodalizio.
Bisogna però puntualizzare che la Santa Maria Maddalena, Patrona dell'Arciconfraternita della Morte,  non è certamente né la anonima peccatrice che unse di aromi profumati i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi lunghi capelli, né la Maria di Betania sorella di Lazzaro e Marta; si tratta invece di Maria di Magdala che, secondo l’evangelista Luca, fu da Gesù liberata da sette “spiriti” e della quale, prima della crocifissione, si fa menzione nei Vangeli solo una volta per questo motivo.
Maria Maddalena, dopo l’ascensione di Gesù, come altri discepoli, intraprese la sua opera di evangelizzazione sbarcando in Provenza e, secondo la leggenda, stabilendosi in una grotta dove visse in penitenza per una trentina di anni; da qui, presagendo la sua imminente morte, raggiunse San Massimino, Vescovo di Aiax, tra le cui braccia spirò dopo avere da lui ricevuto il sacramento della Eucarestia.
Il cristianesimo, in primis quello orientale, ha sempre considerato Maria Maddalena uguale agli apostoli, pur essendo una donna; anzi, rispetto a questi, viene definita la “discepola perfetta”, in virtù del suo incondizionato seguire Gesù che in un linguaggio odierno potremmo definire “senza se e senza ma” … senza rinnegamenti (Pietro) e senza dubbi (Tommaso), avendo compreso la “Verità” meglio di tutti gli altri.
Maria di Magdala  e  Maria di Nazareth sono inoltre, tra i personaggi dei Misteri, gli unici che sono stati vicini a Gesù durante la sua vita terrena; la prima “discepola perfetta”, la seconda “donna perfetta”.
Gesù, dalla Croce, affida sua madre a S. Giovanni, che incarna tutta l’umanità, consacrandolo suo figlio, ma nel contempo rendendo la Madonna madre di quella stessa umanità, e accanto alla Madonna, in quei momenti, vi è Maria Maddalena, il modello al quale ispirarsi per poter essere degni seguaci di Cristo, ma anche colei a cui per primo Gesù si è manifestato dopo essere risorto, colei che può essere considerata la fondatrice del cristianesimo in quanto annunciatrice della resurrezione; due donne, insomma, attraverso le quali, per vie diverse ma convergenti, si arriva a Gesù.
Per un esauriente quadro di insieme sulla Maddalena dell'Arciconfraternita della Morte, si fa riferimento a quanto pubblicato sul sito La mia Settimana Santa:




* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

giovedì 11 giugno 2015

7 giugno 2015 - La Sagra dei Misteri di Campobasso (2^ parte)

Sul sito La mia Settimana Santa, nella sezione Tradizioni di mio interesse, ho pubblicato nella GALLERIA FOTOGRAFICA della Sagra dei Misteri di Campobasso, la 





* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

mercoledì 10 giugno 2015

7 giugno 2015 - La Sagra dei Misteri di Campobasso (1^ parte)

Ancora una volta la Sagra dei Misteri di Campobasso torna a stupire con i suoi diavoli ed angeli che svolazzano per la città nel giorno del Corpus Domini.


Dopo la S. Messa celebrata dal Vescovo di Campobasso Mons. Giancarlo Maria Bregantini all'interno del Museo dei Misteri, si è proceduto come al solito alla "Vestizione" dei Misteri.


Sul sito La mia Settimana Santa, nella sezione Tradizioni di mio interesse, ho pubblicato nella GALLERIA FOTOGRAFICA della Sagra dei Misteri di Campobasso, la 





* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

lunedì 8 giugno 2015

Maria Maddalena, via che conduce a Gesù



Su "La Domenica dei Misteri", pubblicazione che annualmente viene distribuita a Campobasso in occasione della Sagra dei Misteri, è riportato il seguente mio articolo.


Nella sacra rappresentazione che il giorno del Corpus Domini si esprime per le vie di Campobasso attraverso la“La Sagra dei Misteri”, tra Santi e “diavoli”, con l’eccezione della Madonna  (Assunta ed Immacolata), spicca una sola figura femminile: Maria Maddalena.
Infatti tra tutti gli altri Santi (Isidoro, Crispino, Gennaro, Abramo, Antonio, Leonardo, Rocco, Michele e Nicola), l’unica donna è proprio Maria Maddalena.
Vale la pena soffermarsi su questa figura perché non a caso potrebbe essere stata in origine inserita tra i Misteri. Tutte le sacre rappresentazioni di un tempo sono state infatti concepite allo scopo di far comprendere il messaggio evangelico o comunque religioso al popolo analfabeta, attraverso l’immagine visiva. 
Bisogna innanzi tutto puntualizzare che la Santa Maria Maddalena “campobassana” non è certamente né la anonima peccatrice che unse di aromi profumati i piedi di Gesù e li asciugò con i suoi lunghi capelli, né la Maria di Betania sorella di Lazzaro e Marta; si tratta invece di Maria di Magdala che, secondo l’evangelista Luca, fu da Gesù liberata da sette “spiriti” e della quale, prima della crocifissione, si fa menzione nei Vangeli solo una volta per questo motivo.
Maria Maddalena, dopo l’ascensione di Gesù, come altri discepoli, intraprese la sua opera di evangelizzazione sbarcando in Provenza e, secondo la leggenda, stabilendosi in una grotta dove visse in penitenza per una trentina di anni; da qui, presagendo la sua imminente morte, raggiunse San Massimino, Vescovo di Aiax, tra le cui braccia spirò dopo avere da lui ricevuto il sacramento della Eucarestia.
A ciò ispirandosi, agli inizi della seconda metà del Settecento, Paolo Saverio Di Zinno ha concepito il Mistero di Santa Maria Maddalena nel momento in cui San Massimino ne vede l’anima ascendere al cielo dopo la morte.
La presenza di Maria Maddalena nella sequenza di santi che, insieme alla Madonna, precedono il quadro finale che è Gesù, raffigurato come Sacro Cuore, quale significato potrebbe quindi assumere?
Il cristianesimo, in primis quello orientale, ha sempre considerato Maria Maddalena uguale agli apostoli, pur essendo una donna; anzi, rispetto a questi, viene definita la “discepola perfetta”, in virtù del suo incondizionato seguire Gesù che in un linguaggio odierno potremmo definire “senza se e senza ma” … senza rinnegamenti (Pietro) e senza dubbi (Tommaso), avendo compreso la “Verità” meglio di tutti gli altri.
Maria di Magdala  e  Maria di Nazareth sono inoltre, tra i personaggi dei Misteri, gli unici che sono stati vicini a Gesù durante la sua vita terrena; la prima “discepola perfetta”, la seconda “donna perfetta”.
Gesù, dalla Croce, affida sua madre a S. Giovanni, che incarna tutta l’umanità, consacrandolo suo figlio, ma nel contempo rendendo la Madonna madre di quella stessa umanità, e accanto alla Madonna, in quei momenti, vi è Maria Maddalena, il modello al quale ispirarsi per poter essere degni seguaci di Cristo, ma anche colei a cui per primo Gesù si è manifestato dopo essere risorto, colei che può essere considerata la fondatrice del cristianesimo in quanto annunciatrice della resurrezione; due donne, insomma, attraverso le quali, per vie diverse ma convergenti, si arriva a Gesù.
Poiché tutto ciò che avviene nel mondo non avviene mai a caso, sarà stata allora la Divina Provvidenza a far sì che nel giorno del Corpus Domini, tra i Misteri, vi sia la presenza sinergica di Maria Maddalena con la Madonna, a porgere ai campobassani il messaggio che si può arrivare a Gesù solo seguendo il loro esempio?
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* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
* Foto tratte da "La Domenica dei Misteri" di giugno 2015.

giovedì 14 maggio 2015

Antiche preghiere recitate in tre momenti della giornata

A cura del prof. Cosmo Tridente.

Tra gli inediti di Saverio La Sorsa (personaggio illustre di Molfetta, definito dall’Accademico Petazzoni il Pitrè di Puglia, nato il 23 ottobre 1877 in via Torre del Pane n. 28 e morto il 6 gennaio 1970, dopo aver pubblicato circa 200 opere tra grandi e piccole) ho rinvenuto tre preghiere che il popolo molfettese rivolgeva al Creatore, a Maria ed ai Santi nello svegliarsi la mattina, durante la giornata e nell’andare a letto la sera. 
Sono ore in cui l’uomo non distratto da pensieri terreni, dimentico delle cure e degli affanni, si sente più vicino a Dio, ama rivolgere la mente e il cuore a chi gli largisce grazie e favori per esprimergli la sua gratitudine e invocare la sua protezione.
Queste preci, poco pregevoli per bellezza letteraria, sono vive manifestazioni dell’ingenua fede della nostra gente e attestano sincera devozione e bontà di cuore. 
Mentre la preghiera del mattino era recitata dopo un riposo che avesse fugato dubbi e paure, quella recitata la sera era accompagnata dal timore della morte perché, come ha scritto Ugo Foscolo nella poesia “Alla sera”, la sera è vista come immagine della morte, la «fatal quiete», cioè una dimensione cosmica atemporale, ma anche la pace dell'anima. 
Sicché il devoto prima di addormentarsi sentiva il bisogno di riepilogare tutto quello che avesse fatto durante la giornata, passando in rassegna quanto avesse visto, avesse detto, avesse udito. Per riconciliarsi coll’Eterno e avere il suo perdono, chiedeva la divina protezione e invocava il soccorso dei Santi, della Vergine, delle anime dei propri defunti i quali, secondo la fede cattolica, vigilano sulle vicende della nostra esistenza e ascoltano le nostre preghiere. 
Consideriamo che dobbiamo essere sempre pronti alla morte, giacché essa ci può cogliere dovunque da un momento all’altro: Ci rendiamo facilmente conto che, anche ai nostri giorni, nonostante i progressi della scienza, i casi di morte improvvisa sono abbastanza frequenti o per accidenti vari che stroncano l’esistenza o per disgrazie. La preparazione alla morte non va dunque rimandata alla vecchiaia, cui potremmo non arrivare, ma fatta continuamente con la perseveranza nella preghiera a Dio e alla SS.Vergine.
Riporto le tre preghiere ricordando ai lettori che la “e” non accentata non va letta: 

Allo svegliarsi
Mò me mètte la chémmìse, 
lodìmme Die e la Médonne; 
Gesù Criste è u-attène mie, 
la Médonne è lé mémmé mie; 
Sén Gevénne m'è chembàre, 
l'éngele stonne ncombagnie; 
pe salvà l'énemé 
mie assistèteme ogné ore 
contr-a u demòneie tradetòre. 

Tradotto: Ora mi metto la camicia, lodiamo Dio e la Madonna; Gesù Cristo è il Padre mio, la Madonna è la mamma mia; San Giovanni m’è compare, gli angeli stanno in compagnia; per salvare l’anima mia assistetemi ogni ora contro il demonio traditore. 

Durante la giornata 
Patre nostre grénne grénne, 
Gesù è mmùerte a tréndatrè énne.
Tréndatrè énne so' passate
e-alla croscè fo inchjovate, 
fo-inchjovate ingiustéménde, 
Mérie chjéméive tutte la ggènde. 
Ndrin, ndrin u cambanélle 
èssene tutte lé vergenélle, 
pe vedè nostre Segnoere 
ca pertàve la croscè ngudde. 
Métaléna scapigliate, 
nnanz-a Ddì s'è ngenecchjàte, 
dìsse le raziòene 
p-avè ogne preddòene.
Ci la disce tre volte 
lé notte, nén mòere de mélé mòrte. 
Ci la disce tre volte la die, 
ogné gràzeie ave da Die. 

Tradotto: Padre nostro grande grande, Gesù è morto a treantatrè anni. Trentatrè anni sono passati e alla croce fu inchiodato, fu inchiodato ingiustamente, Maria chiamava tutta la gente. Ndrin, ndrin il campanello escono tutte le verginelle, per vedere nostro Signore che portava la croce addosso. Maddalena scapigliata, davanti a Dio s’è inginocchiata, disse le orazioni per avere ogni perdono. Chi la dice tre volte la notte, non muore di mala morte. Chi la dice tre volte al giorno ogni grazia ha da Dio. 

Prima di coricarsi 
 Bona sére a te, Médonne, 
prim-a tté che a n'alta dònne; 
bona sére, Matra Mérie,
ca sì la mémmé mie. 
L'òere de sci o llìtte av’arrevàte,
a la Médonne me so raccheménnéte, 
sacce la chelcuàte, 
ma nén sacce l'alzàte. 
Sénda Mérie, matre de Ddie, 
tu me libbere d'ogne nganne 
da pericle e da malanne. 
Segnòere, me so chelcuàte, 
l'énemé mie te sia raccheménnéte, 
da quatt’éngele acchembégnéte, 
ue da pìete e due da cape. 
Allendénete, spirte triste, 
ca me guarde Gesù Criste. 
Stònne che mméche tutte le Sénde, 
u Patre, u Figghje e-u Spirte Sénde. 

Tradotto: Buona sera a te, Madonna, prima a te che a un’altra donna; buona sera, Madre Maria, che sei la mamma mia. L’ora di andare a letto è arrivata, alla Madonna mi sono raccomandata, so l’andata a letto, ma non so l’alzata. Santa Maria, madre di Dio, tu mi liberi da ogni inganno da pericoli e da malanni. Signore, mi sono coricato, l’anima mia ti sia raccomandata, da quattro angeli accompagnata, due a piedi e due a capo (del letto). Allontanati, spirito tristo, perché mi guarda Gesù Cristo. Stanno con me tutti i Santi, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. 

Come il lettore ha potuto intuire, sono preghiere prodotte dal popolo, da me opportunamente riviste nella scrittura dialettale, in cui si nota sincera devozione, profonda fede, anche se poca compostezza poetica, ma tanto importanti e utili a caratterizzare la sua indole e la sua psicologia. 

* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente. 
* Foto tratta dal web (Copertina del volume "fiabe e novelle del popolo pugliese") di Saverio La Sorsa.

domenica 12 aprile 2015

4 aprile 2015 - La processione del Sabato Santo a Molfetta negli scatti di Vincenzo Rana

Sul sito La mia Settimana Santa, nella sezione dedicata alle FOTO dell'Arciconfraternita della Morte, ho pubblicato un


realizzato dalla Vincenzo Rana, sulla processione del Sabato Santo a Molfetta mentre percorre Via Roma.


* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
* Foto a cura di Vincenzo Rana.