Anche il Martedì Santo, come il giorno
precedente, tutto orbita ancora attorno alla realizzazione dei rispettivi “Sepolcri” nelle chiese del Purgatorio e
di S. Stefano; è infatti in questa giornata che iniziano i lavori finalizzati
all’addobbo floreale che farà da contorno alla esposizione dei simulacri.
Si vivono queste ore
nella trepida attesa di compiere l’ultima finale “maratona” del “Triduo
Pasquale”, durante il quale molti si sottoporranno ad un vero e proprio “tour de force” fuori casa per non
perdere nessuno dei riti tradizionali e le lunghe processioni del Venerdì e del
Sabato Santo.
Ma negli ultimi anni
anche il Martedì Santo, esattamente a partire dal 1993, è stata invece la
benemerita e venerabile Confraternita di S. Antonio a far sì che questa
giornata non fosse priva di appuntamenti.
È opportuno
puntualizzate che questa Confraternita, tra tutte le altre e più delle altre
molfettesi, rappresenta un fulgido esempio di vita veramente confraternale in
tutti i periodi dell’anno, e non solo durante la Quaresima.
Dopo quindi un
ventennio, si può ben dire che è entrata ormai a far parte della ritualità
tradizionale della Settimana Santa molfettese la “Sacra Rappresentazione della
Passione di Cristo”, che la Confraternita di S. Antonio organizza
annualmente all’interno della Città Vecchia.
Questa “Sacra Rappresentazione”, di
raffinatissima sobrietà e molto diversa da tante “pacchianate” che si svolgono altrove e che servono solo a
richiamare turisti, è una vera e propria testimonianza di fede e di preghiera
collettiva.
Vengono
rappresentati, solo da parte di confratelli e consorelle che vestono i panni di
attori, alcuni tra i principali momenti
che rievocano la Passione di Cristo: a Cala Sant’Andrea viene allestito un
ambiente in cui si svolgono l’Ultima
Cena e l’orazione di Gesù nell’orto
del Getsemani, seguite dall’arresto
di Gesù e dal rinnegamento di Pietro;
a largo Chiesa Vecchia hanno luogo i processi
di Caifa e di Pilato; a piazza Municipio (ma da qualche anno davanti alla
Chiesa del Purgatorio) viene allestito un palco su cui vengono rappresentate le
“testimonianze
al Crocifisso” che costituiscono il finale della “Sacra Rappresentazione”.
Ultimamente si è
aggiunto anche l’ingresso di Gesù in
Gesusalemme, partendo dall’Arco della Città Vecchia.
La parte di Gesù è
sempre interpretata da un sacerdote; inoltre lo spostamento da una scena
all’altra è accompagnato dalla banda musicale che esegue le tradizionali marce
funebri molfettesi, iniziando con “Tramonto
Tragico”, seguito da “Varcheceddare”,
“Palmieri”, “Conza Siegge” e “Una lacrima
sulla tomba di mia madre”.
Al termine delle “testimonianze al Crocifisso”, con le
note dello “Stabat Mater”, si snoda
una processione con il Crocifisso che, percorrendo prima via Amente e poi via
Piazza, a luci spente, si conclude presso la Chiesa di S. Andrea, sede della
Confraternita. Durante il percorso processionale vengono eseguite le marce “Perduta” e “Fatalità”.
Questa processione,
lentissima, raggiunge momenti di grandissima emotività e suggestione,
soprattutto osservando le “Pie Donne”
al seguito del Crocifisso che sono vestite con gli stessi abiti delle
corrispondenti statue nella processione del Sabato Santo: la “Veronica”, “S. Maria Cleofe”, “S. Maria
Salomè” e “S. Maria Maddalena”.
Giustamente è stato
scritto sulla stampa locale:
“La Sacra Rappresentazione, pensata per offrire un
impulso spirituale e aggregativo non solo alla comunità confraternale, ma anche
alla città, non deve essere concepita come un dramma teatrale folcloristico o
un concerto di musica, bensì come un pio esercizio, un cammino di spiritualità,
raccoglimento e meditazione sul mistero pasquale”.
* Testo e foto tratti da "De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam", Francesco Stanzione, Editrice L'Immagine, Molfetta, 2015.