Con il Mercoledì delle Ceneri si entra nel “tempo forte” della Quaresima. Esso
rappresenta il primo giorno del periodo
liturgico a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua
Cristiana. In tale giornata, pertanto, tutti i cattolici dei vari riti latini
sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l’astinenza dalle
carni.
La parola “Ceneri” richiama in modo specifico la
funzione liturgica che caratterizza il primo giorno di Quaresima, durante la
quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla
fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per
spronarli all’impegno penitenziale della Quaresima.
Per questo il rito
dell’imposizione delle ceneri prevede anche la pronuncia di una formula di
ammonimento, scelta fra due possibilità: «Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero «Ricordati
uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai» oppure «Convertiti e
credi al Vangelo».
Le parole “quia pulvis es et in pulverem reverteris”
compaiono nella versione latina della Bibbia allorché Dio, dopo il peccato
originale, scaccia Adamo dal giardino dell’Eden condannandolo alla fatica del
lavoro e alla morte: “Con il sudore della
fronte mangerai il pane finché non tornerai alla terra, perché da essa sei
stato tratto: polvere sei e polvere ritornerai!” (Genesi 3,19).
La teologia biblica
rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono
segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio
dice: “Vedi come ardisco parlare al mio
Signore, io che sono polvere e cenere ...” (Genesi 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della
propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato
polvere e cenere” (Giobbe 30,19).
In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria
dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sapienza
2,3; Siracide 10,9; Siracide 17,27).
2 - Ma la cenere è
anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e
decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.
Particolarmente noto
è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della
predicazione di Giona: “I cittadini di
Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più
grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal
trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere”
(Giona 3,5-9). Anche Giuditta invita
invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli
che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il
capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Giuditta 4,11).
Adrien Nocent
sottolinea che l’antica formula (Ricordati
uomo, che sei polvere ...) è strettamente legata al gesto di versare le
ceneri, mentre la nuova formula (Convertiti
...) esprime meglio l’aspetto positivo della Quaresima che con questa
celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione
rituale molto significativa: “Se la cosa
non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l’antica e la nuova
formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato
della celebrazione: «Ricordati uomo,
che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo»”.
Il rito
dell’imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l’omelia, sostituisce l’atto
penitenziale della Messa; inoltre può essere compiuto anche senza la Messa
attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture
proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione
solenne del tempo di Quaresima, congedo.
Le ceneri possono
essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del Mercoledì ma è
opportuno indicare una celebrazione comunitaria “privilegiata” nella quale sia posta ancor più in evidenza la
dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.
A Molfetta questa
giornata non vede direttamente impegnata alcuna delle Confraternite o
Arciconfraternite perché il rito delle “Ceneri”
viene celebrato in serata solo in Cattedrale e nelle parrocchie, con l’unica
eccezione, nell’ultimo ventennio fino al 2011, della Chiesa di S. Stefano; dal
successivo anno 2012 il Vescovo ha ritenuto di eliminare questa celebrazione in
S. Stefano, in quanto rettoria e non parrocchia.
Seguendo inoltre una
turnazione annuale, in una parrocchia designata si svolge anche una S. Messa
delle Ceneri in tarda serata, alle ore 20.30 per facilitare la partecipazione
di studenti e lavoratori.
* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, tratto da “De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam”, Vol. II, Editrice L’Immagine, Molfetta, febbraio 2015.
* Foto tratte da “De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam”, Vol. II, Editrice L’Immagine, Molfetta, febbraio 2015.