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martedì 28 febbraio 2017

IL RITO DELLA IMPOSIZIONE DELLE CENERI


Con il Mercoledì delle Ceneri si entra nel “tempo forte” della Quaresima. Esso rappresenta  il primo giorno del periodo liturgico a carattere battesimale e penitenziale in preparazione della Pasqua Cristiana. In tale giornata, pertanto, tutti i cattolici dei vari riti latini sono tenuti a far penitenza e ad osservare il digiuno e l’astinenza dalle carni.
La parola “Ceneri” richiama in modo specifico la funzione liturgica che caratterizza il primo giorno di Quaresima, durante la quale il celebrante sparge un pizzico di cenere benedetta sul capo o sulla fronte dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronarli all’impegno penitenziale della Quaresima.
Per questo il rito dell’imposizione delle ceneri prevede anche la pronuncia di una formula di ammonimento, scelta fra due possibilità: «Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris», ovvero «Ricordati uomo, che sei polvere e in polvere ritornerai» oppure «Convertiti e credi al Vangelo».
Le parole “quia pulvis es et in pulverem reverteris” compaiono nella versione latina della Bibbia allorché Dio, dopo il peccato originale, scaccia Adamo dal giardino dell’Eden condannandolo alla fatica del lavoro e alla morte: “Con il sudore della fronte mangerai il pane finché non tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere sei e polvere ritornerai!” (Genesi 3,19).
La teologia biblica rivela un duplice significato dell’uso delle ceneri.
1 - Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell’uomo. Abramo rivolgendosi a Dio dice: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere ...” (Genesi 18,27). Giobbe riconoscendo il limite profondo della propria esistenza, con senso di estrema prostrazione, afferma: “Mi ha gettato nel fango: son diventato polvere e cenere” (Giobbe 30,19). In tanti altri passi biblici può essere riscontrata questa dimensione precaria dell’uomo simboleggiata dalla cenere (Sapienza 2,3; Siracide 10,9; Siracide 17,27).
2 - Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.
Particolarmente noto è il testo biblico della conversione degli abitanti di Ninive a motivo della predicazione di Giona: “I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere” (Giona 3,5-9). Anche Giuditta invita invita tutto il popolo a fare penitenza affinché Dio intervenga a liberarlo: “Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano in Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore” (Giuditta 4,11).
Adrien Nocent sottolinea che l’antica formula (Ricordati uomo, che sei polvere ...) è strettamente legata al gesto di versare le ceneri, mentre la nuova formula (Convertiti ...) esprime meglio l’aspetto positivo della Quaresima che con questa celebrazione ha il suo inizio. Lo stesso liturgista propone una soluzione rituale molto significativa: “Se la cosa non risultasse troppo lunga, si potrebbe unire insieme l’antica e la nuova formula che, congiuntamente, esprimerebbero certo al meglio il significato della celebrazione: «Ricordati uomo, che sei polvere e in polvere tornerai; dunque convertiti e credi al Vangelo»”.
Il rito dell’imposizione delle ceneri, pur celebrato dopo l’omelia, sostituisce l’atto penitenziale della Messa; inoltre può essere compiuto anche senza la Messa attraverso questo schema celebrativo: canto di ingresso, colletta, letture proprie, omelia, imposizione delle ceneri, preghiera dei fedeli, benedizione solenne del tempo di Quaresima, congedo.
Le ceneri possono essere imposte in tutte le celebrazioni eucaristiche del Mercoledì ma è opportuno indicare una celebrazione comunitaria “privilegiata” nella quale sia posta ancor più in evidenza la dimensione ecclesiale del cammino di conversione che si sta iniziando.
A Molfetta questa giornata non vede direttamente impegnata alcuna delle Confraternite o Arciconfraternite perché il rito delle “Ceneri” viene celebrato in serata solo in Cattedrale e nelle parrocchie, con l’unica eccezione, nell’ultimo ventennio fino al 2011, della Chiesa di S. Stefano; dal successivo anno 2012 il Vescovo ha ritenuto di eliminare questa celebrazione in S. Stefano, in quanto rettoria e non parrocchia.
Seguendo inoltre una turnazione annuale, in una parrocchia designata si svolge anche una S. Messa delle Ceneri in tarda serata, alle ore 20.30 per facilitare la partecipazione di studenti e lavoratori.


 

* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione, tratto da “De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam”, Vol. II, Editrice L’Immagine, Molfetta, febbraio 2015.
* Foto tratte da “De Passione Domini Nostri Jesu Christi secundum Melphictam”, Vol. II, Editrice L’Immagine, Molfetta, febbraio 2015.

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