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Nel forum dei Cultori della Settimana Santa ho auspicato la presenza di "coloro che intendono la Settimana Santa come una poesia, come un odore, come un qualcosa che ti porti dentro senza sapere perchè, ma senza della quale non ti sentiresti più te stesso".
E a proposito di odori, il mio pensiero non poteva non andare a quelli che un tempo erano i fiori con i quali si abbellivano i Sepolcri, la sera del Giovedì Santo: le fresie, le violacciocche ed i biancospini.
Quando si entrava in tutte le chiese, ma in particolare in S. Stefano e nel Purgatorio, i Sepolcri erano avvolti in una nuvola di storace che, per quanto spandesse i suoi effluvi, era sempre sopraffatta dall' odore intensissimo di questi semplici fiori di campo.
Erano sensazioni olfattive che, una volta provate, non ti abbandonano più.
Fresie
Ora purtroppo, visivamente le fresie mantengono inalterata la loro bellezza, ma non odorano più.
Per fortuna le violacciocche, soprattutto quelle bianche, un po' di profumo ce l' hanno ancora.
Per fortuna le violacciocche, soprattutto quelle bianche, un po' di profumo ce l' hanno ancora.
Violacciocche
Ogni anno, in Via Morte, fioriscono su un muro diroccato alcune violacciocche bianche dal profumo intensissimo. Fortunatamente sono così in alto che nessuno può raccoglierle o distruggerle.
Devo dire che da quasi una decina di anni, la sera passo spesso di là, proprio per inebriarmi di quel profumo che mi riporta alla mente quando da piccolo rimanevo incantato davanti ai Sepolcri ad osservare il gallo di S. Pietro, il calice dell' Angelo di Cristo all' Orto o la corona di spine in mano a S. Maria Cleofe. Che bei ricordi !!!
Biancospino
Un fiore invece che ormai è rarissimo da trovare in quel periodo è il biancospino; eppure tanti anni fa, nelle ville private, ce ne stavano da buttare.
Il tempo passa, il mondo va avanti sempre peggio, ma a me basta la sola vista di questi fiori per sentire quegli antichi odori e per naufragare nei ricordi di quelle che sono state le più belle Settimane Sante della mia vita: quelle vissute da bambino.
* Il testo è di Franco Stanzione e le foto sono tratte dal web.
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