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lunedì 4 maggio 2009

Una similitudine nell' abito che fa onore alla Venerabile Arciconfraternita di S. Stefano

Come mio deferente omaggio alla Venerabile Arciconfraternita di S. Stefano dal Sacco Rosso, della quale sono anche orgogliosamente confratello, mi è gradito porre all' attenzione dei lettori questa cartolina che ho acquistato anni or sono in un "mercatino".
Infatti i personaggi raffigurati nella cartolina sembrerebbero a prima vista confratelli di S. Stefano incappucciati.
Si vede infatti pendere dal cingolo, a sinistra, il famoso cappello rosso di S. Stefano.
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In realtà quegli incappucciati sono confratelli dell' Arciconfraternita della Misericordia di Firenze che trasportano un malato all' ospedale; essi sono incappucciati secondo la tradizione che richiedeva il massimo dell' anonimato durante il compimento delle opere di bene.
La foto mi colpì immediatamente, inducendomi ad acquistarla, perchè sembra di vedere proprio i nostri confratelli di S. Stefano nell' atto di portare la sacra Immagine di Cristo Morto.
Ritengo che assimilare S. Stefano, quanto meno nell' abbigliamento, alla Misericordia di Firenze non possa che rappresentare qualcosa di lusinghiero.
A proposito di similitidini con la Misericordia di Firenze ... in barba a chi dice che S. Stefano si occupa solo della processione dei Misteri, inviterei queste persone ad informarsi meglio e vedere quante opere di carità compie e quante persone bisognose assiste durante l' anno l' Arciconfraternita di S. Stefano.
Sono sicurissimo che cambierebbe opinione.
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* Testo di Franco Stanzione.
* Foto tratta dall' Archivio del dott. Franco Stanzione.

8 commenti:

Lucia Mozzillo ha detto...

Io conosco tutta la storia dell'Arciconfraternita della Misericordia di Firenze sin dalla sua nascita nel 1244 in quanto sono stata un volontario della Misericordia e posso dire che la similitudine tra le opere di carità delle due Arciconfraternite si può fare fino a un certo punto. La Misericordia di Firenze si occupava del soccorso agli ammalati e della sepoltura dei morti in povertà, opere di soccorso che continuano ad essere svolte tutt'oggi con i moderni mezzi di soccorso sia dalla Misericordia di Firenze sia dalle altre sparse in tutta Italia ad eccezione della sepoltura dei morti. L'Arciconfraternita di Santo Stefano si adopererà anche per il bene altrui (probabilmente con qualche donazione) ma tali opere non sono certamente equiparabili a tutto ciò che le Misericordie e i loro Confratelli e Consorelle svolgono quotidianamente.

franco955 ha detto...

E' vero quello che dici, ma tieni presente che nel panorama confraternale molfettese S. Stefano è la confraternita che opera maggiormente delle altre in campo caritativo (io non dovrei nemmeno dirlo); il problema è che le risorse delle Misericordie del Centro e Nord Italia, non sono quelle delle Misericordie del Sud o delle confraternite di Molfetta: ognuno con le sue possibilità ... o no?

Lucia Mozzillo ha detto...

Si è giusto dott. Stanzione, ognuno fa opere di carità in base ai propri mezzi...l'importante è farle. Ma quando parlavo di disparità tra le opere di carità delle due Arciconfraternite, non mi riferivo alle risorse economiche di ognuna ma al modo con cui si fanno tali opere. Io sono più per quel volontariato di trincea che ti permette di stare ogni giorno vicino alla gente, ai suoi bisogni e di aiutarla. Lo ritengo la più grande forma di carità che si possa fare. Ciò che fa l'Arciconfraternita di Santo Stefano è da lodare ma fare solo donazioni non è la stessa cosa. Sarà che parlo così perchè sono un volontario da ben dieci anni, anche se non più della Misericordia, e vedo le cose in un certo modo.

franco955 ha detto...

Ci sono tanti aspetti circa il modo di fare la carità: l' importante è che comunque qualcosa si faccia.
D' altro canto anche tra i medici (tanto per fare un esempio) c'è chi prescrive soltanto e chi sta in trincea, in prima linea, in Africa, tra i terremotati, nel terzo mondo ... sono utili entrambi i modi di fare il medico.

Lucia Mozzillo ha detto...

Si sono utili entrambi ma dobbiamo ringraziare il Signore che ci sono anche uomini e donne che sentono il bisogno di fare di più in questa società in cui prevalgono solo l'egoismo e la mancanza di valori.

franco955 ha detto...

Concordo naturalmente, però la cosa che dispiace è che lo Stato, che deve pensare lui a tante necessità, si culla sugli allori approfittando proprio delle benemerita opera di tanti volontari (tanto fanno loro quello che dovrebbe fare lui).
E questo è un male perchè oltre alla presenza dei volontari ci deve essere per forza la presenza dello stato ... che manca quasi sempre.
Non che voglia dire o aprire polemiche ... ma se non ci fosse la Chiesa chissà come staremmo peggio ...

Lucia Mozzillo ha detto...

Concordo pienamente. Effettivamente lo Stato si culla e se non ci fossero la Croce Rossa e le organizzazioni ecclesiastiche come le Misericordie, le Confraternite, la Caritas, tante situazioni giacerebbero lì irrisolte.

caldaie ha detto...

ma perche devon orimanere anonimi? sono solo volontari, va bene durante la peste era utile per quetioni igieniche, ma pii che senso ha stare anonimi?