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domenica 4 novembre 2012

Omaggio ad un amico scomparso: Michele Cilardi

Il 10 novembre ricorre il tradizionale appuntamento annuale con la festa patronale di S. Trifone che si svolge nella cittadina di Adelfia, in provincia di Bari, famosissima perchè le fanno da corollario i fuochi pirotecnici più spettacolari di tutta la Puglia.
L'occasione mi è propizia per ricordare il carissimo amico Michele Cilardi, molfettese d.o.c. che di quella festa era un "abituè" (qualcuno si chiederà come mai, in un contesto in cui escludo completamente le feste patronali, delle quali non sono tra l'altro un grande estimatore).
Michele Cilardi era invece, anche e soprattutto direi, un grande cultore della nostra Settimana Santa che viveva intensamente partecipando a tutte le celebrazioni religiose e alle processioni; non solo, ma era anche un profondo conoscitore delle nostre marce funebri che riusciva a riconoscere ascoltandone anche soltanto un paio di note ... a volte anche una ...
Non potrò mai dimenticare quante serate ho trascorso da ragazzo nel suo localetto di fronte alla chiesa di S. Gennaro, cantando con lui, ad una ad una, tutte le marce funebri del repertorio molfettese, dall'inizio alla fine; oppure facendo una specie di gioco in cui lui canticchiava un motivetto ed io dovevo indovinare a quale marcia appartenesse.
A questo mio ricordo voglio aggiungere quello di un comune amico, il prof. Maurizio Scardigno, cultore come Michele Cilardi anche dei fuochi pirotecnici che vengono incendiati in occasione delle feste patronali.

* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.



- MICHELE: LA FEDE DEI SEMPLICI -

La festa in onore di S. Trifone che si celebrerà il prossimo 10 Novembre mi porta a ricordare un amico scomparso da qualche anno: Michele Cilardi. Era sempre presente a questa festa, nonché ad una miriade di altre feste patronali, in quanto grande appassionato di tutto ciò che le caratterizza soprattutto degli spettacoli di fuochi pirotecnici, che seguiva da vero intenditore nonostante il fatto che fosse ipovedente fino alla totale cecità degli ultimi anni di vita. 
Faceva parte di squadre di “pirovaghi” che si muovevano in autobus, accompagnato da amici che gli volevano bene oppure, negli ultimi tempi, si accodava a me e all’amato nipote sacerdote che con grande rispetto lo appellava con il “don”
Era un piacere ascoltarlo quando con autentica competenza descriveva e commentava le batterie, tanto che noi ci chiedevamo come facesse data la sua disabilità. 
Altra sua grande passione erano le processioni della Settimana Santa che seguiva per l’intero percorso e le marce funebri che ogni anno registrava con un registratore portatile accumulando nel tempo decine e decine di audio cassette che hanno formato una documentazione sul modo di suonare delle bande nei diversi anni sin dal tempo del compianto maestro Angelo Inglese. 
Da dove derivava questa passione? Solo da amore per la tradizione? 
Anche; ma la sua passione, soprattutto, derivava dalla sua profonda fede in Gesù Cristo e devozione verso la Madonna e i Santi. Una fede semplice che esprimeva in modi semplici e popolari. 
Nel quartiere di Piazza S. Michele, nelle cui vicinanze abitava, era famoso l’altarino che allestiva ogni anno nella sua casa in onore dei Santi Medici e, poi, di S. Lucia, protettrice della vista, cui era tanto devoto. 
Era un altare che occupava quasi tutta una stanza con tante luci che con pazienza e perdita di settimane di tempo collegava tra loro. Il risultato era grandioso tanto che egli definiva la sua opera: “u bestial”. E per i Santi recitava ogni sera, durante la novena, le preghiere di rito con le vicine di casa, solennizzando il giorno della festa con la visita e la benedizione del parroco ed un immancabile batteria pirotecnica. 
La foto pubblicata lo ritrae dinanzi al suo “bestiale”.

Ciao Michele! 
Ti ricorderò sempre con tanto affetto insieme ai componenti dell’ultima squadra di “pirovaghi” di cui hai fatto parte. Sono certo che il buon Dio ti ha riservato in cielo una balconata dalla quale ammirare i nostri fuochi pirotecnici e ascoltare le amate musiche pasquali molfettesi che tu canticchierai dinanzi a tuoi Santi che hai tanto venerato, suscitando la loro simpatia. 

* Testo e foto a cura del prof. Maurizio Scardigno.

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