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QUESTO SITO STA CON IL PAPA

Online da lunedì 29 ottobre 2007 - Visualizzazioni totali

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mercoledì 31 marzo 2010

I Sepolcri fatti in casa

Ho ricevuto dall' amico Vincenzo Rana, molfettese residente a Massafra (TA) la seguente e-mail che pubblico, sperandolo soddisfatto nel suo desiderio di mostrare i suoi "Sepolcri fatti in casa".
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Esiste ancora l' usanza di realizzare i sepolcri in casa con le statuine? Si, esiste. Sarà perchè io e la mia famiglia viviamo lontani dalla nostra natìa Molfetta e quindi si evince ancor più quella nostalgia che spesso accompagna noi molfettesi, i fedeli e gli appassionati delle nostre tradizioni nel corso dell' anno ricordando i Sacri eventi degli anni passati e progettando quelli futuri.
Queste sono riproduzioni dei due Sepolcri che vengono allestiti dalle chiese del Purgatorio e di Santo Stefano il Giovedì Santo, realizzati con le statuette che da sempre, durante le processioni, si possono acquistare lungo le vie del centro storico dai venditori ambulanti.
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Le nostre avranno almeno una ventina d'anni e le conserviamo con cura e attenzione. Il corso del tempo ovviamente le ha usurate, ma grazie alla modesta maestria di mio padre nel campo della ristrutturazione e della pittura sono state praticamente rimesse a nuovo, donandole ancor più lucentezza e preziosità, specie a livello affettivo.
Mi piace, mi piace molto sentire viva dentro di me la passione nei riguardi della Settimana Santa molfettese anche da queste piccole cose perchè così si annulla quella distanza che intercorre tra me e la città.
Sono sicuro che altri come noi magari ogni anno impegnano un angolo della propria casa allestendo i Sepolcri con le statuette, perciò vorrei condividere con tutti l' Aria di Pasqua creatasi nella nostra casa con alcune fotografie e ringraziare il dottor Franco Stanzione perchè solo grazie a lui e al suo meraviglioso portale virtuale (ma assolutamente reale), quale è il sito "La mia Settimana Santa", che possiamo ritrovarci tutti quanti insieme, vicini e uniti, nella fede e nella passione per le nostre care tradizioni.
Un sentito augurio per una serena Pasqua, Vincenzo Rana.
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* Testo e foto a cura di Vincenzo Rana.

La leggenda del salice

A cura del prof. Cosmo Tridente
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Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce pesante. Sangue e sudore scendevano a rigare il volto santo coronato di spine.
Vicino a lui camminava la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i rami degli alberi.
Ad un tratto, Gesù stramazzò al suolo.
Due soldatacci, armati di frusta, si precipitarono su di Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo “Su muoviti! E tu, donna, stattene da parte”.
Gesù tentò di rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì.
Era caduto ai piedi di un salice…
Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora l’ albero pietoso chinò fino a terra i suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi, rialzarsi con minor fatica.
Quando Gesù riprese il faticoso cammino, l’ albero rimase coi rami pendenti verso terra: perciò fu chiamato «Salice Piangente».

Tratto da: “La Nostra Voce” n.23-24 del 28 marzo 2010
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* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.

martedì 30 marzo 2010

Inserite nel sito 52 Marce Funebri di Siviglia

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Ho inserito nel sito La mia Settimana Santa ben 52 Marce Funebri che si eseguono a Siviglia durante la "Semana Santa".

Colui che le ascolterà noterà subito che sono molto diverse da quelle a cui siamo abituati noi italiani, soprattutto al Sud, ma ciò non deve meravigliare; ogni popolo ha le sue consuetudini ed un proprio particolare gusto che può essere anche in contrasto col nostro.

C' è solo, ascoltandole, da rendere onore ad una terra, la Spagna, meglio ancora l' Andalucia, con la quale, soprattutto noi meridionali, condividiamo molto del patrimonio religioso e culturale relativo ai riti della Settimana Santa.

Raccomando e consiglio comunque di ascoltare bene la prima di esse: "Procesion de Semana Santa en Sevilla" ... è bellissima ed è la mia preferita ... un po' come lo "Sventurato" tra quelle molfettesi.

* Testo a cura del dott. Franco Stanzione.

* Foto tratte dal web.

Il Mercoledì Santo della Real Maestranza a Caltanissetta

Come mio personale omaggio alla Real Maestranza di Caltanissetta, alla quale sono molto legato affettivamente, avendo tra i suoi aderenti moltissime personali amicizie, pubblico quanto segue, relativamente alla giornata del Mercoledì Santo, della quale è la principale protagonista.
Un mio particolare pensiero vada, in questi momenti della Settimana Santa, per il grande impegno che a Caltanissetta profondono nel portare avanti le tradizioni, ai miei carissimi amici Gianni Taibi, presidente della Real Maestranza e Nicola Spena, presidente della Associazione Piccoli Gruppi Sacri.
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La processione della Real Maestranza ha lo straordinario potere, ogni Mercoledì Santo, di resuscitare uno dei momenti più significativi della storia di Caltanissetta. Il suo imponente e commovente corteo, costituito dai rappresentanti locali delle più antiche corporazioni artigiane, testimonia ancora oggi, in maniera solenne, la nascita dell'identità civica raggiunta. Il coinvolgimento e la partecipazione di tutta la città alla celebrazione eucaristica, a conclusione delle quarantore, "battezza" l'unità socio-politica e religiosa conseguita.
Nel 1806, Ferdinando IV di Borbone, impressionato dall'imponenza di questo corteo, concesse alla Maestranza il titolo di "Reale". Il personaggio principale di tutta la manifestazione è il Capitano che viene eletto ogni anno tra i rappresentanti delle categorie artigiane.Capitano della Real Maestranza 2009 è stato designato Giuseppe Giordano del ceto dei fabbri; Capitano della Pasqua 2010 sarà Angelo Amico dei panificatori.

Il Capitano si veste secondo la tradizione settecentesca: marsina e feluca con piuma nera e coccarda tricolore, fascia tricolore con lo stemma della Repubblica Italiana alla cintura e spadino con l'elsa dorata. La mattina del Mercoledì Santo, intorno alle 9, i rappresentanti delle dieci corporazioni della città, in abito nero, e una banda musicale, accompagnano in corteo il Capitano dalla sua abitazione fino all'ingresso del Palazzo comunale dove il sindaco gli consegna la "chiave della città".
Il corteo, coadiuvato dai Cerimonieri che si adoperano per mantenere l'immagine e la compostezza della provenienza di antica milizia, si dirige poi verso l'atrio della biblioteca comunale. Da qui, intorno alle 11:15, ha inizio la solenne processione eucaristica. Il Capitano indossa calze di seta, guanti e cravatta neri e porta mestamente in braccio un grande crocifisso velato di nero. Il Capitano si fa carico della colpa e del peccato di tutti.
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È preceduto nel corteo dall'alfiere e dallo scudiero, lo seguono l'alabardiere e il portabandiera.
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In guanti neri e con un cero in mano, tra due ali di folla, sfilano gli artigiani. Una toccante marcia colma di dolore e malinconia accompagna la Maestranza in Cattedrale per celebrare la venerazione del Santissimo Sacramento.
Il Capitano, in quanto rappresentante del popolo, riceve il perdono e annuncia la liberazione dell'uomo dal peccato; le calze, la cravatta e i guanti neri vengono allora sostituiti con quelli bianchi. Le bandiere delle corporazioni, liberati dai nastri oscuri, si dispiegano a festa!
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A mezzogiorno, la Real Maestranza esce dalla Cattedrale in solenne processione, accompagnando il Santissimo portato dal vescovo in uno splendido ostensorio d'oro. La marcia della banda musicale trasmette allegria e felicità, le campane e i mortaretti suonano e sparano a festa.

Riferimenti sul sito La mia Settimana Santa.
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* Testo tratto dal sito La Settimana Santa a Caltanissetta.
* Foto di Walter Lo Cascio.

La Settimana Santa a Molfetta

Mi sembrava doveroso, proprio in questi giorni, realizzare una monografia sulla Settimana Santa di Molfetta.
Ho fino ad ora sprecato, come si suol dire, fiumi di inchiostro su questo argomento, ma ritengo che non avrei potuto aspettare oltre nel realizzare qualcosa sulla mia città, nella sezione del sito dedicata alla Settimana Santa in Puglia.
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Si rimanda pertanto il lettore al seguente link:
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* Testo a cura del dott. Franco Stanzione.
* Foto archivio privato del dott. Franco Stanzione.

domenica 28 marzo 2010

Domenica della Palme a Caltanissetta - La Festa di Gesù Nazareno

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LA FESTA DI GESU' NAZARENO
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L'animazione tipica della festa nel tardo pomeriggio è data dalla processione di Gesù Nazareno, un corteo curioso; la secolare statua di Gesù Nazareno infatti, non viene condotta in processione a spalla o trainata su un semplice carrello, bensì viene condotta per le principali vie del centro su di una colorata barca di fiori, in dialetto siciliano chiamata "l'abbarcu" (dal nome locale del fiore principalmente impiegato in questa realizzazione).
È con questa festa che a Caltanissetta si vuole rievocare l'entrata di Gesù a Gerusalemme.
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La processione
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Quella della Domenica delle Palme è una processione molto suggestiva e festosa, un arcobaleno di mille fiori e di mille luci che, come per incanto, rivestono ogni anno le vie del Centro Storico, dopo essere stato un anno in attesa di questo evento.
Nei giorni che precedono la domenica delle palme, numerosi contadini vanno a raccogliere nei campi fiori tipici di questo periodo: le mimose, le margherite, i ciclamini, le gerbere, semplici fiori di campo e appunto l'abbarcu.
Sin dalle prime ore del mattino, gli organizzatori della processione intrecciano a uno ad uno, come in un mosaico, tutti questi fiori, fino a formare una barca su cui si porterà in processione la bellissima statua, dai nisseni chiamata "Gesù Nazareno", che ha le vesti di stoffa e numerosi ex voto, segno dei tanti devoti.
Il lunghissimo procedimento dell'allestimento della barca termina nel pomeriggio.
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Al tramonto Gesù Nazareno, sulla sua bellissima imbarcazione, esce con difficoltà dal piccolo e basso portone del cortile della biblioteca comunale. Con questo passaggio è come se, oltrepassando quel portone, si voglia rievocare l'entrata di Gesù attraverso le porte della città di Gerusalemme.
Un potente mortaretto viene acceso e sparato in aria, annunciando ai presenti l'inizio della processione.
Da quel portone Gesù Nazareno scende in modo imponente la discesa che porta alla biblioteca, e, in mezzo a una devota folla festante, percorrerà le principali vie del centro storico. Il corteo viene accompagnato dalle due bande musicali cittadine e dai bambini che con palme e rami d'ulivo aprono la via al simulacro; partecipano anche alla processione, in rigoroso abito, i componenti della confraternita organizzatrice della processione, con in mano i "bilannuna" (grossi ceri).
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In tarda serata il simulacro, dopo aver percorso le vie del centro storico, arriva alla chiesa di Sant'Agata, e in maniera imponente e straordinaria l'abbarcu viene portato a spalla sin dentro la chiesa.
È uno spettacolo di elevatissimo valore mistico, bellissima la sua ascesa per le scale ripide che portano alla chiesa.
Poco prima di entrare completamente e sparire alla vista dei fedeli, un meraviglioso spettacolo di fuochi d'artificio attira lo sguardo della folla, mentre il rimbombo della tradizionale "maschiata" fa sussultare il cuore dei devoti che salutano Gesù Nazareno con un caldo applauso.
Si conclude in questa maniera, così grandiosa e particolare, la prima giornata della settimana santa a Caltanissetta.
La processione della Domenica delle Palme è stata voluta diversi secoli fa dai contadini che, rimasti fuori dalle processioni della Settimana Santa, vollero fortemente una processione da protagonisti.
Un tempo però, la processione della Domenica delle Palme si svolgeva in maniera completamente diversa rispetto a come avviene oggi.
Infatti, nel primo pomeriggio veniva portato in processione un sepolcro costruito con fiori intrecciati, detto "u sipulcru di sciuri", con all'interno Gesù morto; i fiori volevano proprio testimoniare il prezioso lavoro di quei contadini che con tanta cura li avevano coltivati.
Solo successivamente, intorno all'anno 1870, il barone Vincenzo Di Figlia di Granara, fece notare che era ingiusto far vedere Gesù morto proprio il giorno in cui gloriosamente entrava a Gerusalemme; così, grazie all'incoraggiamento del barone, venne commissionata ad un ignoto artigiano locale l'attuale statua che per un solo anno si portò in processione, semplicemente addobbata con i fiori.
Ma l' idea iniziale venne a cadere; la sola statua non permetteva più la presenza traboccante dei fiori, segno dei contadini, e così si pensò di mettere Gesù in groppa ad un asino di fiori, ma l'idea, essendo abbastanza buffa, non fu nemmeno attuata.
Così si decise di portare in processione Gesù in una barca di fiori, proprio perché Lui è stato da sempre un pescatore: il Pescatore di Anime.
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* Testo tratto da "I Riti della Settimana Santa a Caltanissetta" di Francesco Miceli.

* Foto di Salvatore Iacona.

* Per gli approfondimenti vedi sul sito La mia Settimana Santa.

La Domenica delle Palme in S. Stefano

La Domenica delle Palme nella Chiesa di S. Stefano, sede della omonima Venerabile Arciconfraternita alla quale mi onoro di appartenere da ormai 33 anni, al di là del significato religioso, è fortemente legata ad un evento che costituisce la "croce e delizia" di quei confratelli, tra cui il sottoscritto, che ardentemente desiderano diventare portatori della Sacra Immagine di Cristo Morto: la "Bussola".
La Bussola è praticamente il sorteggio che designa i fortunati portatori di Cristo Morto, durante la processione dei Misteri del Venerdì Santo.
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Un' altra tradizionale prassi dell' Arciconfraternita di S. Stefano, in questo giorno, è quella di donare ai Confratelli, dopo la S. Messa, quello che viene definito il "Ricordo Pasquale", consistente quest' anno nella riproduzione di un bellissimo "Compianto sul Cristo Morto", opera del nostro famosissimo concittadino molfettese Corrado Giaquinto (1703 - 1766).
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Alla attuale Amministrazione della Venerabile Arciconfraternita di S. Stefano, attualmente presieduta dal Priore Stefano de Palma, mio carissimo amico, vada un grande e sincero apprezzamento per la signorilità con la quale sta conducendo il nostro beneamato Sodalizio, da un anno a questa parte.
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* Testo e foto a cura del dott. Franco Stanzione.

venerdì 26 marzo 2010

26 marzo 2010 - Processione della Desolata a Bitonto (BA)

Un aspetto, per così dire positivo, del non essere più il Priore dell' Arciconfraternita della Morte è la possibilità che ho nuovamente di potermene andare in giro per le città limitrofe a Molfetta, per vedere le processioni delle altrui "Settimane Sante".
Questa mattina sono stato a Bitonto, città nella quale si svolge una Settimana Santa che a me piace moltissimo, per assistere alla processione della Addolorata, che qui chiamano Desolata.
Ho naturalmente realizzato un servizio fotografico, visibile alla sezione dedicata alla Settimana Santa di Bitonto.
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* Testo a cura del dott. Franco Stanzione.

* Foto a cura di Francesco Racaniello e Franco Stanzione.

lunedì 22 marzo 2010

La Settimana Santa a Gallipoli

Come omaggio al mio carissimo amico di Gallipoli, il prof. Antonio Faita, tra l' altro confratello della Confraternita di S. Maria degli Angeli, ho pubblicato nella sezione dedicata alla Settimana Santa in Puglia del sito La mia Settimana Santa, una scheda monografica sui riti pasquali della sua bellissima città Jonica.
La Settimana Santa a Gallipoli, pur essendo meno nota di quelle più pubblicizzate, nulla ha da invidiare alle altre, per la bellezza dei suoi riti e per la particolarità degli abiti delle sue numerose Confraternite.


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* Testo a cura del dott. Franco Stanzione.
* Foto a cura di TamiXvideo di Esposito Michele.

venerdì 19 marzo 2010

Il Settenario di Maria SS. Addolorata a Molfetta

Inizia oggi, 19 marzo, in quasi tutte le chiese di Molfetta, il Settenario in onore della B.V. Addolorata.
Il più seguito è ovviamente quello che, a cura dell' Arciconfraternita della Morte, si svolge presso la Chiesa del Purgatorio, seguito da quello dell' Arciconfraternita di S. Stefano nella Chiesa omonima.
Di seguito una carrellata di tutte le Sacre Immagini di Maria SS. Addolorata presenti nelle chiese a Molfetta, nelle quali si svolge il Settenario a Lei dedicato.
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Chiesa del Purgatorio (Arciconfraternita della Morte)
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Chiesa di S. Stefano (Arciconfraternita di S. Stefano)

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Parrocchia S. Cuore di Gesù

Parrocchia S. Domenico
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Parrocchia S. Gennaro
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Parrocchia S. Bernardino
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Chiesa del SS. Crocifisso (Cappuccini)
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Parrocchia Immacolata
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Parrocchia S. Teresa
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Parrocchia S. Corrado (Duomo Vecchio)
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Parrocchia S. Achille
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* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

mercoledì 17 marzo 2010

Comunicato Stampa - L' Arciconfraternita della Morte e la processione del Venerdì Santo a L' Aquila

All' indomani della tragedia che ha colpito l' Aquila lo scorso anno, proprio pochi giorni prima della Settimana Santa, l' Amministrazione dell' Arciconfraternita della Morte, allora presieduta dal dott. Francesco Stanzione, deliberò di devolvere una certa somma di denaro, finalizzata al restauro delle suppellettili processionali danneggiate dal terremoto, alla Associazione dei "Cavalieri del Venerdì Santo", che in quella città organizza la processione del Cristo Morto.
Si tratta di una processione piuttosto particolare, diversa da quelle che si è abituati a vedere dalle nostre parti, essendo i simboli processionali e le Immagini Sacre, tutte opere di artisti contemporanei.
Chi vuole approfondire la conoscenza di questa processione può consultare il sito ufficiale della Solenne Processione del Cristo Morto.
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cliccare per ingrandire
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E' vero che il Vangelo dice "non sappia la mano destra quello che fa la mano sinistra", ma a volte alcune considerazioni bisogna pur farle ... mi spiego ...
Ieri pomeriggio mi è arrivato il soprastante comunicato stampa da parte della Associazione Cavalieri del Venerdì Santo di L' Aquila, che invito a leggere, cliccando sulla foto per ingrandirla.
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Lascio alle persone per bene e di buon senso il giudizio su come il sottoscritto ha gestito l' aspetto solidaristico dell' Arciconfraternita della Morte, a dispetto delle cattiva capziosità con la quale, in un recente passato, è stato attaccato in assemblea da gente che la Carità (non intesa in senso di beneficenza, ma in senso cristiano) non sa nemmeno dove abita.
Provo una grande gratificazione nella doppia constatazione che quel contributo sia servito per una giusta causa e perchè, tutto sommato, l' Arciconfraternita della Morte (quella vera e non degli pseudo confratelli che in essa sono solo nomi iscritti in un registro) sarà spiritualmente presente a L' Aquila, durante la processione del Venerdì Santo che lo scorso anno, per le conseguenze del terremoto, non si è svolta.
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* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.

lunedì 15 marzo 2010

La Settimana Santa a Bisceglie (BA)

Agli inizi di febbraio 2010 ho ricevuto questa mail da Vincenzo Di Leo, Priore della Confraternita di Maria SS. Addolorata di Bisceglie:
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Carissimo Franco, ho visitato il tuo nuovo sito che è veramente bello e pieno di informazioni ed ho letto che hai creato anche una rubrica sul culto dell' Addolorata in Italia e sui Riti della Settimana Santa in Puglia. Vorrei pregarti di mettere on-line del materiale che riguarda la nostra confraternita che metta in risalto il 40° anniversario della fondazione. Ti sono ancora debitore del bel lavoro svolto da te l' anno scorso quando inseristi i testi sui riti della settimana santa a Bisceglie corredati dalle bellissime immagini ma ti prego di aiutarmi a divulgare qualche notizia tramite il tuo sito. Ti invio in allegato diversi testi che riguardano la nostra confraternita ed anche un nuovo testo sulla storia della confraternita, redatto da me e scritto con mio figlio. Ti invio anche La breve storia che tu dovresti ancora avere ed il testo sui riti che sono gli unici che risalgono al 2009, oltre al testo sulla festa di settembre che potresti far rientrare nella rubrica dedicata al culto all' Addolorata. Confido nella tua disponibilità e ti lascio libero arbitrio.
Spero che tu possa esaudire questo mio grande desiderio. Te ne sarei per sempre riconoscente. L' amore verso la Vergine Addolorata che ci lega entrambi ci dia forza e tanta gioia nella nostra vita da confratelli.
P.S. Hai visto che bel lavoro ha fatto Luciano Folpini nel suo libro? Conto di averlo a Bisceglie per la settimana dedicata al culto dell´Addolorata.
Ti saluto calorosamente, Vincenzo Di Leo.
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Non potevo non tenere in considerazione questa accorata richiesta per cui, pur lottando contro il tempo a causa di impegni di questi ultimi giorni, ho redatto un servizio su "La mia Settimana Santa" avente per argomento "La Settimana Santa a Bisceglie".
Spero di aver accontentato, per ora, l' amico Vincenzo Di Leo.
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* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
* Foto fornita da Vincenzo Di Leo.

La Settimana Santa a Bitonto (BA)

Nell' approssimarsi dell' inizio del Settenario a Maria SS. Addolorata, mi è gradito offrire alla attenzione dei lettori di questo sito, un nuovo capitolo dedicato a "La Settimana Santa di Bitonto", nella sezione "Settimana Santa in Italia - Puglia".
Bitonto ha la particolarità di avere ben tre statue della Addolorata portate in processione, che escono rispettivamente dalla Cattedrale il Venerdì di Passione e dalla Chiesa di S. Domenico e del Purgatorio, nella giornata del Venerdì Santo.
Ho inaugurato la sezione pugliese della Settimana Santa, iniziando proprio dalla città di Bitonto, in quanto a me doppiamente cara per la presenza in essa del Santuario dei SS- Medici Cosma e Damiano, di cui sono grandissimo devoto, e per avervi molti amici, come me legati alle tradizioni di questo particolare periodo dell' anno.
Dedico a loro questa mia ulteriore ricerca sul panorama della Settimana Santa nella nostra Italia meridionale.
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* Testo a cura del dott. Francesco Stanzione.
* Foto a cura di Ezio Marrone.

sabato 13 marzo 2010

Il buon ladrone

A cura del prof. Cosmo Tridente.

Chiedersi chi fosse il buon ladrone sembrerebbe una banalità perché tutti sappiamo che è il crocifisso che, dopo aver riconosciuto la propria colpa, ha chiesto a Gesù di essere introdotto nel suo regno e si è sentito rispondere: “Oggi sarai con me in Paradiso”.
Ma il significato di questo personaggio è ben più profondo, in quanto simboleggia una storia di perdono. Andiamo con ordine.
Sul Calvario sono state impiantate tre croci: una per Gesù e le altre due per i “ladroni”, cioè per due malfattori che per i loro delitti sono stati condannati a morte e messi in croce con Gesù, uno alla sua destra, l’altro alla sua sinistra, come precisano Matteo, Marco e Luca. Quest’ultimo ci dà poi la narrazione più diffusa di quei momenti (Luca 23,39-43). Uno dei due condannati, dalla croce, si mette a insultare Gesù, deridendolo: «Non sei il Cristo? Salva te stesso e anche noi!». Ed ecco il rimprovero dell’altro condannato per quelle ingiurie: «Neanche tu hai timore di Dio, benché condannato alla stessa pena? Noi giustamente, perché riceviamo il giusto per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di male».

A questo punto l’uomo ha già meritato la qualifica di “buon ladrone”: una vita violenta si chiude davanti a Gesù con un atto di pentimento, una richiesta di perdono e una promessa di salvezza. E’ difficile capire cosa lo ha spinto a questo: forse aveva sentito parlare di questo Maestro ed era sicuro della sua innocenza. In genere l’attenzione per l’uomo si ferma qui. Ma lui parla ancora, rivolgendosi direttamente a Gesù: «Ricordati di me quando entrerai nel tuo regno». E questo è il suo totale atto di fede in Gesù, agonizzante sulla croce, tra ingiurie e disprezzi. Ma lui gli parla come un sovrano in trono. Lo riconosce Signore di un regno nel quale lo supplica di essere accolto, senza una parola di rimpianto per la sua vita terrena che sta finendo. Ha quella fede che Gesù si sforzava di installare nei suoi discepoli, e che ora premia nel ladrone con la breve risposta: «Oggi sarai con me in Paradiso».
Non conosciamo il suo nome con certezza. Lo si chiama Disma negli Atti di Pilato, che sono un testo non canonico, ossia non accolto dalla Chiesa per le Scritture sacre. Nell’antichità cristiana si sono diffuse leggende sul buon ladrone. Secondo una di esse egli avrebbe compiuto un gesto di bontà nei confronti della santa famiglia, in fuga dall’Egitto: faceva parte, il nostro Disma, di una banda di briganti ma, incontrando quei poveri esuli ebrei, non solo non fece loro alcun male, ma li protesse e li aiutò, e ricevette in cambio da Maria la promessa di una ricompensa futura, puntualmente attuata per lui da Gesù in croce.
Ma c’è un altro uomo armato che esce con onore nel dramma della Passione: il centurione che eseguì l’esecuzione capitale. I Vangeli sinottici, a cominciare da Marco, ci riferiscono la sua dichiarazione subito dopo la morte di Gesù, vedendolo morire in quel modo: «Quest’uomo era veramente figlio di Dio». Ha dell’incredibile questa espressione: in tutto il corso del Vangelo di Marco nessuno né discepoli, né la gente, né i guariti da Gesù sono arrivati ad una professione de fede così alta. Un centurione, un soldato, un pagano arriva a dire che Gesù è figlio di Dio, e non davanti ad un suo atto prodigioso ma davanti alla sua morte sul supplizio della croce. La tradizione cristiana ha voluto dare anche a lui un nome, Longino, in seguito battezzato dagli apostoli e morto come martire in Asia Minore.

* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.

* Nella foto: "Il buon ladrone" di Tiziano Vecellio.

lunedì 8 marzo 2010

PASQUA IN PUGLIA: La Settimana Santa alla libreria Ubik di Foggia

Lunedì 15 marzo alle ore 18.30, presso la Sala eventi “live” della libreria UBIK di FOGGIA, (p. zza Giordano 76 – tel. 0881 587853) si terrà la presentazione del volume
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SETTIMANA SANTA IN PUGLIA: I LUOGHI DELLA PASSIONE - 2010”
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Interverranno: Nicola Vascello, commissario Azienda di Promozione Turistica di Foggia, Michele Antonio Bonfitto, consigliere provinciale, Pinuccio Villani, vicesindaco di San Marco in Lamis, Matteo Cuttano, vicesindaco di Troia, Matteo Cannarozzi De Grazia, consigliere comunale di Vico del Gargano, i Priori delle Confraternite e il presidente dell’ Associazione Culturale Opera di Molfetta, Gaetano Armenio.
Dopo l’ anteprima nazionale alla Bit di Milano, la Settimana Santa in Puglia sceglie la splendida cornice della libreria Ubik di Foggia per la sua première regionale.
“I riti pasquali della nostra regione – spiega Gaetano Armenio, presidente dell’ Associazione Culturale Opera di Molfetta – hanno una forte valenza non solo religiosa ma anche storica e culturale. Un patrimonio artistico e culturale che ha una sua forte tipicità e caratterizzazione che li rende unici nel panorama dei riti pasquali che si svolgono nel nostro Paese. Sviluppare la conoscenza per una maggiore consapevolezza di tutti per questo grande patrimonio artistico e culturale di cui ognuno di noi è custode, è uno dei nostri obiettivi di promozione.
L’appuntamento presso la libreria Ubik di Foggia è il primo di una serie di appuntamenti culturali che svilupperemo, nei prossimi giorni, in altre librerie della nostra regione”.
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* Comunicato stampa a cura di Gaetano Armenio (Ass. Opera).

sabato 6 marzo 2010

Simone di Cirene nella Via Dolorosa del Golgota

A cura del prof. Cosmo Tridente.
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Nel linguaggio comune il termine “cireneo” indica una persona che, volente o nolente, si accolla il peso di eseguire un compito che spetterebbe ad altri.
L’ origine di questo lemma risale all’ episodio di Simone di Cirene, detto anche il cireneo. Costui tornava dai campi e passando per le stradine strette di Gerusalemme si imbattè in un corteo triste e drammatico: tre uomini venivano portati al supplizio. Portavano il patibolo della croce, spinti e scortati da soldati romani. Si fermò per guardare e questo gli costò un’ esperienza faticosa e dolorosa: gli fu “comandato” di portare la croce di Gesù. Lo fece non per uno slancio di generosità (era già abbastanza stanco per il lavoro appena terminato). Lo fece perché costretto.
Chi era il cireneo? I Vangeli di Matteo, Marco e Luca non ci danno altra informazione se non quella di essere un uomo di Cirene. Marco aggiunge che viene dalla campagna ed è padre di due figli, Alessandro e Rufo, mentre Giovanni nulla scrive in proposito.
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Matteo 27:32
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a prender su la croce di lui.
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Marco 15:21
Allora costrinsero un tale che passava, un certo Simone di Cirene che veniva dalla campagna, padre di Alessandro e Rufo, a portare la croce.
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Luca 23:26
Mentre lo conducevano via, presero un certo Simone di Cirène che veniva dalla campagna e gli misero addosso la croce da portare dietro a Gesù.
. La "varicedda" del Cireneo - Caltanissetta
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Il gruppo del Cireneo nella processione dei Misteri Palese (BA)

Cirene è il nome di una importante colonia greca del Mediterraneo che si trovava nell’ odierna Libia orientale. La città fu, infatti, sede di una importante scuola di pensiero fondata da Eratostene (276-194 a.C.), primo uomo al mondo a misurare la circonferenza della terra utilizzando l’inclinazione dei raggi solari in luoghi diversi.
Simone era dunque un ebreo straniero a Gerusalemme, come tanti altri che per qualche motivo avevano scelto di stabilizzarsi nella città santa. Diversi “atti dei martiri” affermano che Alessandro e Rufo morirono martiri nella Spagna e che Simone di Cirene fu consacrato vescovo da San Pietro, predicò nella Spagna e morì a Gerusalemme dopo un vissuto di vita cristiana.
Perché Gesù fu aiutato a portare la croce?
Possiamo distinguere due fini: quello umano e quello divino. Fine umano: Gesù, duramente provato dalla flagellazione, non era più in grado di proseguire con il pesante carico. Ciò preoccupò fortemente il centurione, il quale aveva il compito di portare a termine l’ esecuzione della condanna sul Calvario. In altri termini, Gesù doveva arrivare “vivo” in quel luogo per serbarlo ad una morte più crudele, quella della croce. Il centurione ricorre allora alla “requisizione”, ossia requisisce un certo Simone di Cirene che passava di là, per caso. Ma c’ è pure un fine divino: Gesù ha bisogno di un altro uomo per continuare il suo cammino. Il suo progetto, quello di una umanità fraterna e solidale, non si realizza senza il nostro contributo, senza il nostro aiuto! Gesù, chiamandoci fratelli, ci chiede di contribuire ad eliminare gli ostacoli che ci impediscono di esserlo. Se è vero che ogni cristiano deve accogliere la sua croce, deve anche “schiodare” tutti coloro che vi sono appesi, nella condivisione della sofferenza, cercando di portare a metà il peso con l’ amico.
Mons. Tonino Bello si spinge ancora più in là; scrive infatti: “Pertanto, non solo dobbiamo lasciare il “belvedere” delle nostre contemplazioni panoramiche e correre in aiuto del fratello che geme sotto la sua croce personale, ma dobbiamo anche individuare, con coraggio e intelligenza, le botteghe dove si fabbricano le croci collettive.
Richiamandoci così a guardare alla società in cui viviamo per individuare quei meccanismi che producono in maniera stabile e strutturata ingiustizie, differenze inaccettabili, sofferenze.
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* Testo a cura del prof. Cosmo Tridente.

* Foto tratte dal web.

mercoledì 3 marzo 2010

26 febbraio 2010 - Trapani: La seconda "Scinnuta"

Venerdì 26 febbraio 2010 ho avuto modo di assistere alla Seconda "Scinnuta" che si è svolta a Trapani presso la Chiesa del Purgatorio, previo ascolto delle marce funebri suonate nella piazzetta antistante dalla Banda Musicale Città di Trapani.
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Il gruppo esposto era quello del ceto dei fruttivendoli: Gesù dinanzi ad Hanna.
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Ovviamente un pensiero particolare, come sempre, lo ho avuto per Lei ... Maria SS. Addolorata.
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* Testo e foto a cura del dott. Francesco Stanzione.